Perché Giorgio La Porta insiste nell'attribuire frasi mai dette alle vittime delle sue invettive?


Giorgio La Porta ha il brutto vizio di inventarsi falsità che è solito attribuire alle vittime del suo odio. E così, oggi fa finta che il suo amatissimo Orban non abbia minacciato un anno di carcere per chiunque avesse partecipato al Pride di Budapest. Ma, soprattutto, si inventa che dirsi contrari ai massacri dei suoi amichetti israeliani significherebbe sostenere che l'Iran sia "bello, buono, ecosostenibile e inclusivo". Ossia una cosa che nessuno ha mai detto ma che lui si è inventato di sana pianta per diffamare chi non condivide il suo plauso al genicidio palestinese o al bombardamento del popolo iraniano:



Se L'Iran è degli iraniani e non certamente degli Ayatollah, esattamente come l'Italia è degli italiani e fortunatamente non è di Giorgia Meloni, i commenti dei suoi parrebbero smentirlo. Infatti nessuno si lamenta delle loro violazioni, ma si lamentano che l'Italia non sia più integralista di loro:





Probabilmente incapaci di partorire un pensiero autonomi, i suoi ripetono gli slogan coniati da Pillon. Peccato non si capisca perché mai bisognerebbe andare in Iran a protestare contro le leggi ungheresi solo perché loro sperano che Orban e gli Ayatollah possano fare del male a chi non condivide il loro odio. E con quale diritto la signora Anna vuole imporci la sua ideologia, sostenendo che intero gruppi sociali dovrebbero smettere di esistere solo perché lei li odia?
Con buona pace per La Porta, si può essere contro lo sterminio di bambini anche se si condanna l'omofobia degli integralisti.
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