Roma, Fratelli d'Italia scende in piazza a sostegno delle discriminazioni

Il signor Giorgia Meloni è donna, ma si fa chiamare al maschile per piacere ai misogini. E dato che risulta molto interessata anche all'elettorato omofobo, è spesso impegnata nella promozione di quella tuffa "gender" che serve a spronare all'intolleranza i suoi elettori.
A Roma hanno così inscenato una patetica carnevalata, andando davanti al Campidoglio con alcuni cartelloni con scritto “No all’ideologia gender nella Pubblica amministrazione”. La loro ira omofoba deriva da una delibera comunaledal titolo “Linee Guida per il Rispetto del Principio di Non Discriminazione per Orientamento Sessuale e/o Identità di Genere”.
E si sa che il rispetto li fa infuriare, motivo per cui il gruppo capitolino di FdI se n'è uscita con la loro retorica su una fantomatica "ideologia lgbt". Dicono di voler dire "no all’indottrinamento ideologico nelle scuole e fra i dipendenti comunali" e che "la maggioranza capitolina vuole trasformare l’amministrazione comunale in uno strumento di propaganda, imponendo percorsi formativi ideologici su tematiche di genere al personale scolastico e amministrativo".
Insomma, vogliono un Comune omofobo in cui l'ignoranza si traduca in discriminazione. E a firmare quell'iniziativa sono stati i consiglieri Giovanni Quarzo, Federico Rocca, Stefano Erbaggi, Francesca Barbato e Mariacristina Masi. Dicono che loro sono certo che combattere la discriminazione porterebbe a "imporre visioni ideologiche e non condivise all’interno delle strutture pubbliche e del personale di Roma Capitale. La rieducazione non è progresso, ma regime".
Peccato che l'ultimo vero regime fosse di destra e che i loro avi uccidessero i gay nei campi di sterminio. E questi vorrebbero sostenere che loro si sentirebbero discriminati perché non possono discriminare?