Salvini va a processo e ne approfitta per aizzare i suoi contro Saviano

Che "ministro della malavita" fosse una citazione di citazione di Gaetano Salvemini lo sa chiunque non celebri Alvaro Vitali come massima espressione della sua cultura. Eppure il ministro Salvini, che si nascose dietro una fantomatica volontà di "difendere i confini" italiani attraverso il suo inumano denego alo sbarco di alcuni naufraghi, cerca di incitare i suoi hater contro Roberto Saviano sostenendo che l'ovvio sarebbe solo una scusa.
Per fingersi martire, sostiene anche che lui fosse così buono da voler stringere la mano a Saviano con la stessa mano con cui voleva stringere quelle di Netanyahu.

La prima reazione dei suoi è quella di chiedere a Salvini di vendicarsi, aiutando la 'ndrangheta ad uccidere chi ha denunciato loro attività. Ed il pensiero pare condiviso, dato che i leghisti urlano a gran voce che bisogna aiutare la mafia ad ammazzare chi osa criticare il loro "capitano":

La signora Valentina sogna uno stato che non solo ricompensi gli evasori con generosissimi condoni, ma che aiuti la mafia ad uccidere chi denuncia l'illegalità? E riesce a dirlo senza provare alcuna vergogna o imbarazzo?
Dal canto suo, Saviano ha ribadito che «riutilizzerei l’espressione ‘ministro della malavita’ che è di Gaetano Salvemini: io ritengo di avere tutto il diritto di utilizzare questo paradigma per criticare Matteo Salvini». Poi, Parlando dell’audizione in aula del leader leghista, Saviano ha affermato che quella di oggi è stata «una giornata importante perché finalmente Salvini dopo anni è venuto a rendere testimonianza. Mi ha sconvolto perché non si ricordava, ometteva: ha balbettato qualcosa sulle scorte, che per lui era una valutazione politica. La cosa assurda è che emersa la figura di un politico che fa e dice cose senza pensarci».
Salvini ci ha messo ben sette anni prima di presentarsi in aula, spesso invocando il "legittimo impedimento" per non presentarsi a testimoniare. Accusa lo scrittore di aver ferito il suo onore, perché nel giugno del 2018 lo scrittore lo ha definito «ministro della malavita» come fece Gaetano Salvemini con Giovanni Giolitti.