Vitali lavorò con Fellini, ma Salvini lo celebra per i film di Pierino

Alvaro Vitali debuttò con Fellini, ma il ministro Matteo Salvini preferisce ricordarlo nel ruolo di Pierino. Dice che lui si sganasciava quando lo vedeva fischiare alle ragazze, in una educazione sessuale in salsa leghista che probabilmente non creerà alcuno scandalo a Rossano Sasso.
Ma dato che viviamo nell'epoca della polarizzazione populista, tutto va messo a frutto per propaganda. Quindi non stupisce che Salvini abbia pensato di intestarsi i film di Pierino, riservando mani giunte ad un riferimento culturale della Lega.
Peccato che da un vicepremier ci si aspetterebbero meno elogi al "fischio o senza" e più parole sui bambini di Gaza, che anche in queste ore vengono fatti a pezzi, bruciati o fatti morire di fame e di sete da un uomo a cui lui diceva di voler stringere la mano.

Quindi la Lega vieterà l'educazione sessuale nelle scuole e imporrà Pierino come strumento di educazione affettiva ai giovani?
Nei film elogiati da Salvini si sprecavano i riferimenti sessisti e l'uomo era rappresentato come imbranato e turbato, dando rappresentazione ad un immaginario erotico provinciale e maschilista.
In film come "La liceale nella classe dei ripetenti", "La ripetente fa l’occhiolino al preside", "La dottoressa sotto le lenzuola" e "Per amore di Poppea", si sprecavano i contenuti sessualmente espliciti e situazioni di doppia morale che oggi sarebbero considerati politicamente scorretti.
La comicità di Vitali mirava a prendere in giro la doppia morale del maschio italiano, mostrando la contraddizione tra l'apparente moralismo e la realtà di un comportamento sessuale spesso ipocrita e peccaminoso. Un'accusa che potrebbe essere facilmente rivolta a molti leader populisti falsamente moralisti.
Chissà se Salvini avrà capito il senso di quei film o se li cita divertito da chi cercava di far ridere attraverso flatulenze, volgarità e comicità sessualmente esplicita.
In una delle sue ultime interviste, raccontò di come il cinema italiano lo allontanò a causa di una modificata sensibilità davanti alle sue battute sessiste. Accusò anche un periodo di depressione ed arrotondava facendo qualche spettacolo. Di pensione prendeva 1.200 euro al mese.
Forse un politico come Salvini dovrebbe spiegarci il perché di quella pensione anziché tentare di intestarsi il suo politicamente scorretto.