Perché il leghista Morelli ha così paura di una magistratura che vuole accertare i fatti?

Il leghista Alessandro Morelli sostiene che stare "dalla parte delle forze dell'ordine" significhi impedire che si possa accertare la correttezza del loro operato. Da leghista, lui avrebbe preferito che ad essere indagato in base alle leggi di Salvini fosse solo l'amico di Ramy Elgaml.

Ieri sera Rai 3 ha trasmesso il bel film di Giuseppe Fiorello sul delitto di Giarre. E parrebbe sussistere qualche possibile paragone tra l'ideologia leghista e quanto accadeva nella Sicilia degli anni '80.
Davanti a due gay morti, le indagini sul duplice omicidio furono un susseguirsi di superficialità e negligenze. Inizialmente gli inquirenti tentarono di liquidare caso come un omicidio-suicidio, anche se si trattava di una tesi contro ogni evidenza. Poi si cercò di far ricadere la colpa su Francesco Messina, perché il suo essere tredicenne lo avrebbero reso non imputabile per via dell'età. Si voleva chiudere rapidamente il caso, senza mandare nessuno a processo.
Nel caso di Ramy Elgaml, la Lega vorrebbe lo stesso. davanti ad un egiziano morto, la soluzione da loro ambita è poter dire che sia tutta colpa di un altri egiziano. Ogni indagine li fa infuriare, dato che pare plausibile che ad essere responsabile di quella morte potrebbe essere un cittadino italiano.
Sostenere che la divisa dovrebbe conferire impunità non significa stare "dalla parte delle forze dell'ordine", significa togliere fiducia nelle forze dell'ordine raccontando che nessuno appurerà mai eventuali loro responsabilità.
Magari uscirà che l'agente non è colpevole, ma pensare che non bisognerebbe neppure porsi la domanda perché era un agente significa sostenere che bisognerebbe aver paura delle forze dell'rodine perché Morelli li vorrebbe al di sopra della legge.