Pillon torna a vomitare il suo odio verso le atlete trangender

Il leghista Simone Pillon definisce "vittoria" ogni atto discriminatorio contro le vittime della sua persecuzione. Definì in quel modo l'affossamento della legge contro i reati d'odio, le sentenze transfobiche inglesi fidanziate dalla Rowling, il decreto che prevede il carcere per i genitori gay... insomma, per lui tutto ciò che è omotransfobico sarebbe un motivo di scomposto gaudio.
Oggi dice di aver "vinto" perché Trump ha minacciato di togliere tutti i fondi pubblici alle scuole che non promuovono intolleranza, costringendo l'università della Pennsylvania a "scusarsi" di non essere stata discriminatoria quanto lui e Pillon avrebbero voluto:

La verità è che Pillon vuole derubare Lia Thomas dalle sue vittorie per motivi prettamente ideologici, trovandosi a dover citare Maurizio Belpietro pur di trovare chi si mostrasse altrettanto eccitato davanti alla prepotenza di Trump.
Dato che Pillon dedica molte energica incitare gli intolleranti a parlare al maschile delle donne trans, così da offenderle gratuitamente ad uso e consumo della propaganda neofascista, riservò insulti anche alle atlete italiane:

Se non è la prima volta che i leghisti tifano contro gli atleti italiani, dato che quella era prassi di Salvini quanto ancora diceva di essere padano e non italiano, è evidente che la sconfitta della Petrillo (che lui definisce al maschile per assicurarsi di sottolineare la sua transfobia) non fa che dimostrare che non sia vero che le donne trangeder sarebbero avvantaggiate.