Il leghista pugliese torna ad associare i migranti alla criminalità, esattamente come Bossi faceva con lui


Il leghista Rossano Sasso è pugliese, ma membro di un partito che diceva di voler cacciare i "terroni" dalla Padania perché ritenuti dei fannulloni dediti alla criminalità. Ma ora che ha ottenuto una poltrona a "Roma ladrona", sostiene che tutti i migranti andrebbero ritenuti dei criminali e degli stupratori, esattamente come la vecchia Lega definiva loro.



A suo dire, chi è scampato ai pregiudizi leghisti dovrebbe ora aiutare i leghisti a perseguitare le nuove vittime dei loro nuovi pregiudizi, sostenendo la necessità di organizzare deportazioni di massa e "pulizie etniche":



La sicurezza è competenza di Piantedosi, quindi una persona intelligente dovrebbe dedurne che il ministro non stia facendo un buon lavoro visto i suoi compagni di partito sostegnono che tutte le città d'Italia sarebbero cadute nelle mani della criminalità da quando c'è lui.
E la criminalità e una cosa e l'origine etnica è un'altra cosa. Ma Sasso sostiene che bisognerebbe cacciare i migranti onesti sulla base della loro etnia per tenerci i criminali nostrano e quegli evasori a cui loro hanno regalato svariati condoni.
Poiché i leghisti parrebbero incapaci di assumersi le loro responsabilità, Sasso si inventa persino che sarebbe colpa del Pd. Buffo, dato che l'unica legge sull'immigrazione è la Bossi-Fini, che fu scritta proprio dai leghisti.

Poi lui di potrà lamentare che le opposizioni non siano razziste quanto loro, ma la realtà è che l'attuale situazione è interamente di responsabilità leghista. Loro sono le leggi. Loro è il ministro. E loro sono al governo con una maggioranza assoluta da tre anni.
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