Il progetto del Ponte non stava in piedi, ma i leghisti se la prendono con i giudici

Il progetto del ponte di Salvini non aveva alcuna copertura economica certa, proponeva dubbie stime di traffico e non era conforme alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee. Avrebbe inoltre comporto un superamento del 50% rispetto costo iniziale e presentava problemi di trasparenza e chiarezza negli atti presentati.
Eppure i leghisti sostengono che la colpa non sarebbe tanto del ministro che ha presentato un progetto raffazzonato, quanto dei giudici che sono stati chiamati a valutarlo. Lo avrebbero stabilito perché un singolo giudice attaccava i fascisti in una Repubblica fondata sull'antifascismo anziché inneggiare al totalitarismo di Orban o di Trump:

Se il vittimismo leghista è ormai noioso, pericoloso è il loro sostenere che bisognerebbe annullare ogni organo di garanzia per creare un'Italia in cui ogni desiderio di Salvini sia ritenuto un ordine. Il loro obiettivo è avere un potere assoluto in cui miliardi di euro possano essere spesi senza che nessuno verifichi la correttezza dell'esborso.