L'ombra di Fratelli d'Italia dietro la multa a Report

Il Garante della Privacy italiano è al centro di una controversia molto accesa dopo aver sanzionato con una multa di 150.000 euro la trasmissione televisiva Report, condotta da Sigfrido Ranucci, per la messa in onda di audio privati dell'allora ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e di sua moglie. L'Autorità per la privacy ha sostenuto che la Rai avrebbe violato alcune disposizioni del Codice della Privacy e del GDPR, supportando la decisione con l'applicazione delle regole sulla protezione dei dati personali.
La vicenda ha assunto un ulteriore rilievo politico quando lo stesso Ranucci ha denunciato, durante una conferenza stampa al Parlamento europeo di Strasburgo, che la sanzione si inquadra in una strategia politica per "punire Report e dare un segnale esemplare a altre trasmissioni". Il giornalista ha accusato apertamente il Garante di operare su "input politico," suggerendo che vi siano ingerenze da parte del governo. Ha chiesto anche un controllo da parte del Garante europeo per valutare l'indipendenza dell'Autorità italiana. La tensione è ulteriormente aumentata quando i membri dem della commissione di vigilanza Rai hanno parlato di un'azione mirata contro Report, volta a colpire un programma considerato scomodo per il potere politico.
Il legame politico sottolineato nelle cronache riguarda in particolare il partito Fratelli d’Italia, parte della maggioranza al governo. Secondo alcune ricostruzioni e fonti di stampa, esponenti di Fratelli d’Italia avrebbero esercitato pressioni sull'Autorità per ottenere una sanzione esemplare nei confronti di Report. Questo contesto politico rende la vicenda un episodio emblematico delle tensioni tra governo, organi di controllo e mezzi di informazione, nell'ambito di una più ampia discussione sulla libertà di stampa e l'indipendenza degli enti regolatori.

Il Garante della Privacy, da parte sua, ha respinto con le accuse e ha minacciato denunce. La multa, sebbene appellabile, rappresenta uno tsunami nei rapporti tra giornalismo investigativo e autorità pubbliche in Italia, aprendo il dibattito sulla delicatezza di bilanciare la protezione della privacy e il diritto all'informazione, specialmente quando sono coinvolti personaggi pubblici e temi di rilevanza politica.