Musk difende l'omofobo svizzero che definiva "malati mentali" i gay


L'omofobia di Elon Musk è cosa nota, ma pare surreale che il milionario abbia voluto esprimere la sua solidarietà ad un cittadino svizzero che nel 2022 affermò sui social che le persone lgbt sarebbero “malate mentali” e che la loro identità verrebbe diffusa dai programmi scolastici.
Un tribunale svizzero ha considerato quelle parole come un incitamento all’odio e discriminazione, condannandolo a una multa di 500 franchi. L’uomo si è rifiutato di pagarla, affermando di esercitare il diritto alla libertà di parola. A causa del mancato pagamento della multa, dovrà scontare dieci giorni di carcere.
Durante il processo, il condannato ha ribadito la sua posizione, contrariandosi ancor di più con dichiarazioni che definivano la comunità LGBTQIA+ come “un gruppo di estremisti” e in cui associava l'identità di genere alla pedofilia. Queste parole hanno rafforzato la decisione del tribunale.

Ovviamente l'omofobo svizzero ha raccolto il sostegno di vari movimenti di estrema destra e il suo caso è arrivato all'attenzione di Musk, il quale si è affrettato a dargli ragione:



La presidente dell'Associazione svizzera degli insegnanti ha difeso l'importanza dell'educazione alla tolleranza nelle scuole, respingendo le accuse secondo cui i programmi scolastici influenzerebbero l'orientamento sessuale degli studenti.
Inoltre è evidente che etichettare milioni di persone come “malate mentali” non è un'opinione, ma un'offesa che mina la dignità umana. La scelta di Musk di supportare una simile retorica rischia di legittimare messaggi di intolleranza.
Dal 2020 la legge svizzera punisce severamente l'omofobia e l'incitamento all’odio basato sull'orientamento sessuale, con pene fino a tre anni di reclusione o multe. La normativa si applica anche ai contenuti pubblicati online, garantendo che la libertà di espressione non diventi un pretesto per diffondere odio e discriminazione.
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