Salvini insulta il nuovo sindaco di New York: «Islamico, pro-pal e pro-gender»


Il vicepremier Matteo Salvini appare deprecabile mentre tira in ballo l'11 settembre per lamentarsi di come i newyorchesi abbiano preferito un sindaco mussulmano all'integralista sostenuto dal suo amatissimo Trump. L'impressione è che voglia veicolare l'idea che tutti i mussulmani siano terroristi. Peccato che sarebbe come sostenere che tutti i senatori leghisti della Sicilia dovrebbero essere ritenuti mafiosi.
Non va meglio poi quando quando Salvini prova a tirare in ballo la tuffa "gender" per lamentarsi di chi non è omofobo, precisando che lui disprezzerebbe anche chiunque non voglia essere complice dei crimini di Netanyahu.



Insomma, Salvini prova a far leva sull'odio religioso sostenendo che bisognerebbe votare una destra che si dice "cristiana" mentre propone guerre, genocidi e deportazioni di massa. E citando l'Islam, il socialismo, il gender, la Palestina e l'abolizione della proprietà privata, il leghista Salvini pare aver frullato tutte le paure dell'italiano medio del 1952.
Ed è altresì curioso il suo sostenere che i candidati andrebbero votati sulla base delle loro convinzioni religiose e non sulla base dei loro programmi. Ciò spiegherebbe perché lui ha passato mesi a baciare crocefissi a favore di telecamera.

Anche Pillon sostiene che le sue discriminazioni sarebbero dettate dalle sue opinabili credenze religiose, ma altri potrebbero essere credenti senza sentire la necessità di imporre le loro convinzioni agli altri. Quindi, andrebbe dimostrato che essere mussulmani sia motivo di demerito e che sostenere l'uccisione di 20mila bambini palestinesi sarebbe il volere di Gesù.

Eppure qualcuno diceva "quando un popolo vota ha sempre ragione". A dirlo è stato proprio lui, anche se si riferiva alle elezioni farlocche tenutesi in Russia. Evidentemente i russi hanno sempre ragione ma sbaglierebbe chi vota contro i suoi interessi.
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