Le leggende sulla nascita del panettone


Il panettone è uno tra i più tipici dolci della tradizione natalizia e la sua origine viene fatta risalire al 1549, ossia l'anno in cui Cristoforo da Messibugo rese nota la sua ricetta dei "pani de latte e zuccate".
La sua forma originale era assai più bassa di quella che oggi conosciamo. Fu infatti il milanese Angelo Motta a modificarne la ricetta nel 1919 e raddoppiarne il volume per iniziare a produrre panettoni che avessero una forma rialzata che assomigliasse ad un cappello da cuoco.
Molte sono le leggende che riguardano la sua nascita. Le più note sono tre:

La leggenda di Toni.
Era il 1479 quando il capo pasticcere del duca Gian Galeazzo Sforza stava preparando il dolce di Natale preferito dal signore di Milano, ma qualcosa andò storto e il dolce si bruciò durante la cottura. La sua salvezza dalle ire del duca giunse da uno sguattero di nome Toni, il quale aveva preparato un dolce con gli avanzi di cucina: pasta lievitata, qualche uovo, zucchero, uvetta, canditi e spezie.
Nonostante l'aspetto poco invitante, quello era l'unico dolce pronto per essere servito. E nonostante le prime rimostranze, il duca lo apprezzò al punto da stabilire che il “pan de Toni” sarebbe divento il dolce di tutti i milanesi.

La leggenda di Ughetto
Questa volta siamo all'epoca di Ludovico il Moro. Ughetto era un ragazzo di famiglia agiata che lavorava come falconiere del duca di Milano. Follemente innamorato di Adalgisa, la figlia del fornaio, si fece assumere come garzone per cercare di salvare la sua famiglia dalla concorrenza di un nuovo fornaio.
Dato che gli affari andavano sempre peggio, Ughetto decise di vendere due falchi e di comprare del burro da aggiungere al pane. Fu un successo, culminato con un'altra sua intuizione: l'aggiunta di zucchero, uva sultanina e cedro candito. Così nacque il “pangrande”, il dolce che permise ad Ughetto di poter sposare l'amata Adalgisa grazie al suo successo.

La leggenda di Ughetta
In Italia non poteva mancare una rivisitazione clericale della leggenda di Ughetto. Ed è così che il falconiere del duca diviene una suora cuciniera di nome Ughetta.
Secondo la leggenda, è a causa delle ristrette finanze del suo convento che la suora decise di arricchire con uvette e canditi la pasta che aveva preparato per fare il pane. Ed è sempre con riferimenti religiosi che si sostiene che la suora avrebbe tracciato una croce sulla cima del panettone, non tanto per motivi di cottura ma con la volontà di tracciare un segno che ricordasse Gesù.