E' la fine del Don't Ask Don't Tell?


L'annuncio è stato dato così tante volte (e poi prontamente disatteso) che risulta difficile crederci. E' innegabile, però, che qualcosa si sta muovendo e che gli eventi si stiano susseguendo con una frequenza così alta da far pensare che ben presto si potrà mettere un punto alla vicenda.
Stiamo parlando del "Don't Ask, Don't Tell", l'odiosa norma vigente negli Stati Uniti che consente agli omosessuali di prestare servizio nelle forze armate a patto che nessuno sospetti il loro orientamento sessuale.
Ad inizio settembre, un tribunale aveva ritenuto incostituzionale la norma poiché contraria al quinto emendamento. Il passo successivo è stata la convalida della sentenza, avvenuta in questi giorni per mano del giudice californiano Virginia Philips.
Strano a dirsi, il Pentagono (da sempre fra i maggiori oppositori all'ingresso dei gay nell'esercito) ha recepito quanto deciso dal tribunale e ha già chiesto ai suoi reclutatori di accettare anche i candidati dichiaratamente gay.
Il tutto pare fin troppo facile, tant'è che sono numerosi gli appelli che son stati rivolti al militari suggerendogli di attendere a dichiararsi, probabilmente temendo una qualche contromossa da parte dei conservatori che possa rimettere in discussione il tutto.
E' facile supporre, infatti, che la vicenda giudiziaria avrà ulteriori sviluppi e che probabilmente l'iter giuridico arriverà fino al pronunciamento da parte della Corte Suprema, la massima carica decisionale del Paese.

Upadate 22/10/2010: L'apertura ai gay dichiarati nell'esercito pare essere durata solo poche ora: la Corte d'appello di San Francisco ha infatti accolto un'istanza urgente del governo di Washington, bloccando di fatto la sospensione del "Don't ask, don't tell" che è tornato in vigore a tutti gli effetti.
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