Finisce un'era: Ask esce di scena ed arriva il duopolio nella gestione delle informazioni


Chi ha qualche anno e ha avuto l'occasione di navigare su Internet negli anni novanta, si ricorderà come in quegli anni non esistesse un vero e proprio predominio fra i motori di ricerca. C'è chi usava HotBot, chi Altavista, chi Lycos, chi Infoseek e così via. Nomi che oggi si sentono difficilmente pronunciare e siti che sono spesso caduti nell'oblio e nell'abbandono.
Fra di loro due sono sopravvissuti a quegli anni rimanendo competitivi sul mercato: si tratta di Yahoo e di Ask Jeeves (che a settembre hanno coperto rispettivamente il 17,4% e il 2,3% del volume totale di ricerche effettuato negli Stati Uniti). Lo scorso anno Microsft (proprietaria di Bing, il terzo motore di ricerca più utilizzato dopo Google e Yahoo) ha investito ingenti quanità di denaro nel tentativo di acquistare Yahoo, contrattazione poi terminata a fine luglio 2009 con un accordo decennale di collaborazione fra le due parti, in cui la società di Redmond imponeva al concorrente l'uso della sua tecnologia di ricerca in cambio del passaggio a quest'ultimo di alcune attività legate alle pubblicazione di inserzioni pubblicitarie sue entrambi i portali. Nel corso del 2010 è così stato chiuso lo sviluppo di Yahoo! Slurp, il software che stava dietro alle ricerche su Yahoo, ed il portale ha iniziato a fornire i risultati di Bing. Nonostante sia un portale ancora attivo ed apprezzato, quell'accordo ha segnato di fatto la sua uscita dalla competzione diretta nel mondo dei motori di ricerca.

L'altro attore ancora in gara era Ask.com (una volta noto come Ask Jeeves, dove "Jeeves" era il nome del simpatico maggiordomo -proposto nella grafica del sito- che con molta gentilezza rispondeva alle domande degli utenti). Parlo al passato perché è stato annunciata l'intenzione di voler abbandonare il ramo dei motori di ricerca e di voler cambiare la propria mission dedicandosi allo sviluppo di una piattaforma di domande e risposte (con una struttura che sembra molto simile a quella di Yahoo!Answers). Decisione, questa, che ha portato anche al licenziamento di 130 dipendenti.
Le motivazioni della scelta sono facili da intuire: l'affermarsi di alcuni leader del settore (primo fra tutti Google, utilizzato dal 65,4% degli utenti) ha reso sempre più difficile il tentativo di rimanere a galla in quel mercato. L'aumento del divario fra i giocatori in gara non ha fatto che aumentare anche la difficoltà nell'essere tecnologicamente competitivi senza avere a disposizione le stesse risorse e le stesse infrastrutture.
Lanciato nel lontano 1996, Ask aveva raggiunto dei traguardi ragguardevoli, servendo circa 2 milioni di query di ricerca al giorno. La sua tecnologia, inoltre, era a dir poco innovativa: quando ancora nessuno parlava di "semantica", loro avevano sviluppato il primo motore di ricerca che non cercava solo delle parole chiave, ma che era in grado di interpretare e di comprendere delle domande poste in un linguaggio cosiddetto naturale (da lì l'idea del maggiordomo con il quale si poteva "dialogare"). Nel 2000 sono iniziate le prime difficoltà, ma il peggio si pensava superato quando cinque anni fa il magnate dei media Barry Diller l'ha acquistato per 1,85 miliardi di dollari, convinto che Ask potesse entrare in diretta competizione con Google. Obiettivo che non è stato raggiunto, ed Ask.com ha continuato a rimanere al quarto posto fra i motori più usati.

Si chiude così un'altra pagina della storia di Internet, in una maniera che non può che lasciare un po' di amarezza nella bocca dei più nostalgici e di chi intravede nel futuro la possibile affermazione di un numero sempre più limitato di leader di mercato. I motori di ricerca, infatti, hanno un ruolo fondamentale risultando lo strumento che collega le persone alle informazioni: il solo scegliere quale sito far apparire per prima o quale altro non includere nei risultati di ricerca ha un peso su quella che sarà la navigazione dell'utente finale. Tecnicamente non sarebbe neppure troppo difficile far sparire dei siti scomodi o incentivare le visite verso una determinata pagina: minore è la pluralità di chi gestisce le vie per raggiungere un'informazione, maggiore è l'influenza delle loro scelte e dei loro algoritmi. E con l'uscita dalla scena del secondo e quarto soggetto, siamo di fronte a quello che è diventato di fatto un duopolio della gestione delle informazioni (con Google da una parte e Microsoft dall'altra che coprono la quasi totalità delle ricerche effettuate su internet).
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