Lista di politici gay e omofobi: le prime reazioni


Dopo la pubblicazione da parte di un gruppo anonimo di una lista contenente i nomi di politici accusati di essere omofobi in aula ma segretamente gay, stanno iniziando ad arrivare le prime reazioni.
La strategia scelta da chi ha visto citare il proprio nome pare essere l'ironia e il desiderio di drammatizzare. Massimo Corsaro ha dichiarato: «Mi era giunta notizia che il mio nome sarebbe stato strumentalmente inserito in un elenco infamante. Per un attimo ho temuto che mi inserissero in quello degli interisti occulti. Tutto sommato meglio così». Mario Baccini, invece, ha affermato: «Sono seriamente preoccupato perché ho già ricevuto un centinaio di telefonate di donne in apprensione, a cominciare da mia moglie Diana. A seguito della notizia mi hanno assicurato che si sta costituendo un comitato femminile per la tutela del maschio latino che lancerà una campagna di adesioni e raccolta firme affinché l'Unesco mi riconosca come maschio patrimonio dell'umanità».
Più duri i toni scelti dal ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, che ha dichiarato: «Si tratta di una bufala, cinica e violenta: diffamazione gratuita che non aiuta certo la causa della lotta contro l'omofobia, anzi, fomenta l'intolleranza e, quindi, la violenza. Il ricorso all'idea di lista, poi, riporta alla nostra memoria orrori del passato che non si ripeteranno». Dello stesso parere è anche Carlo Giovanardi che ha parlato di «un'azione violenta di intidimazione».
Da parte del mondo gay, invece, arrivano reazioni discordanti. C'è Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, che difende la lista sostenendo che sia il «frutto dell'indignazione di chi quotidianamente subisce violenze e insulti. Se uno dice ad un altro che è gay di cosa lo sta accusando?». Di parere diametralmente opposto è Paolo Patanè, presidente di Arcigay, che ha parlato di un'«operazione spregevole» che «inganna la legittima rabbia delle persone gay, lesbo e trans esasperate dall'assenza di rispetto e delle leggi».
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