Il 75% degli italiani ritiene che i gay siano svantaggiati sul posto di lavoro


Uno studio, fortemente voluto dal Comitato Bologna Pride 2012, ha cercato di definire quale siano le attuali condizioni di lavoro di gay, lesbiche, transessuali e bisessuali. È da sottolineare anche che, per la prima volta, il questionario è stato sottoposto anche a lavoratori eterosessuali (il 45% del campione preso in esame).
Per il 75% degli intervistati essere gay rappresenta uno svantaggio sul posto di lavoro ed il 19% ha segnalato di essere a conoscenza diretta di episodi di ingiustizie ai danni di persone lgbt (percentuale che sale al 24% considerando solo i questionari compilati dai gay e che scende al 13% in quelli degli etero). Preoccupante è anche il dato secondo cui il 60% dei soprusi non vengano denunciati.
«Appartenere ad una minoranza, in questo caso legata all'orientamento sessuale, comporta dei problemi non solo quando si dichiara di essere gay -sottolinea Ivan Scalfarotto, vice presidente del Pd- Se, infatti, decidi di non condividere nulla con i tuoi colleghi, tenendo separata la vita privata da quella professionale, lo stress sarà molto più alto. Spesso si devono fare i conti con battute contro i gay, anche da parte dei propri capi, che, di fatto, dicono ciò che pensano di loro. A quel punto il coming out diventa ancora più difficile».
Riguardo al futuro, gli italiani paiono ottimisti: il 61% ritiene che la condizione lavorativa di gay e lesbiche migliorerà, anche se è da segnalare una significativa discrepanza fra l'opinione degli etero (ottimisti al 67%) e dei gay (più scettici, con un 56% di intervistati convinti in un futuro migliore).
Interessanti anche i dati che riguardano la percezione. Il 65,5% dei lavoratori afferma di avere almeno un collega gay (anche se non necessariamente dichiarato) e, guardando il dato suddiviso per attività, è possibile stilare una vera e propria classifica dei settori in cui lavora un numero maggiore di gay. Ai primi posti troviamo partiti e sindacati (88,3%), parrucchieri e massaggiatori (84,6%), difesa e sicurezza (82%), attività artistiche e legate alla moda (80,7%) e servizi alle imprese (79,4%). I datti sottolineano anche come i gay abbiano una capacità maggiore di riconoscere i propri colleghi omosessuali (con una percentuale del 71,2% rispetto 59,5% degli etero).
«È inaccettabile che il percorso professionale di cittadini che sono parte integrante della nostra società civile possa venire ostacolato da ingiustificabili comportamenti omofobi frutto di ignoranza e intolleranza e profondamente lesivi della dignità della persona». È quanto afferma il messaggio che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Comitato Bologna Pride in occasione del convegno di presentazione dei dati.
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