La condizione dei lavoratori gay in Italia


Oggi si celebra la Festa del lavoro, una ricorrenza a livello mondiale che intende ricordare l'impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori.
Ma qual è oggigiorno la situazione che si palesa di fronte ai lavoratori gay italiani? Il proprio orientamento sessuale ha ancora influenza in un campo dove dovrebbe contare solo la produttività individuale?
A provare a rispondere a queste domande ci ha pensato l'Arcigay, che nel 2011 ha avviato la prima indagine nazionale riguardo alla discriminazione sul lavoro della comunità lgbt, un abito sul quale non erano ancora stati raccolti dati in maniera metodica e ci ci doveva basare sui singoli casi diffusi dai media o segnalati agli sportelli gay.
I risultati derivanti dalla compilazione di questionari sono stati pubblicati nell'ottobre del 2011 e i risultati hanno confermato un preoccupante quadro di chiaro svantaggio.
Il 13% degli intervistati ha dichiarato di aver vista respinta la propria candidatura in ragione della propria identità sessuale, in particolar modo nei settori del commercio, dei servizi all'impresa e delle libere professioni. La percentuale sale al 45% per le persone trans, vittime anche dell'impossibilità di decidere se nascondere o meno se stesse a causa dell'evidenza fornita dai propri dati anagrafici.
Fra i lavoratori, invece, non mancano segnalazioni di casi di discriminata sul lavoro (molestie, iniquità in ambito di carriera, iniquità nell'assegnazione dei benefit e licenziamenti). È probabilmente questo il motivo che ha spinto un quarto dei gay ad evitare qualsiasi tipo di coming out sul posto di lavoro (sia nei confronti dei capi che di tutti i colleghi) risultando di fatto completamente invisibili. la percentuale diminuisce nelle grandi città e nel caso di contratti a tempo indeterminato, ma sale vertiginosamente quando il rapporto di lavoro è precario e si teme che l'orientamento sessuale possa costituire un motivo per il mancato rinnovo del proprio contratto.
Differenze degne di nota sono state ritrovate anche nei salari: a parità di lavoro, i gay guadagnano dal 10% al 32% in meno dei loro colleghi eterosessuali, mentre le lesbiche tengono a guadagnare di più delle donne eterosessuali ma meno degli uomini.
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