Oltre il 70% dei gay cinesi è sposato


Minore è l'accettazione della società nei confronti delle minoranze, maggiore è la possibilità che quest'ultime evitino di esporsi. È quanto accade anche in Cina, dove l'elevata omofobia fa sì che molti gay ricorrano a dei matrimoni di facciata per nascondere la propria omosessualità.
A sottolineare l'entità del fenomeno sono alcune stime, secondo le quali oltre il 70% degli uomini gay avrebbero scelto di sposarsi con donne eterosessuali per rispondere alle varie aspettative sociali e familiari. Il tutto con gravi danni psicologici per le loro consorti (circa sedici milioni secondo le stime), per le quali sono addirittura nati dei gruppi di sostegno.
A quella percentuale vanno aggiunti quanti preferiscono ricorrere a matrimoni di facciata fra gay e lesbiche, in modo che entrambe le parti ne traggano vantaggio (esistendo come coppia solo a livello "ufficiale" e senza che nessuno dei due abbia interessi sessuali nei confronti dell'altro). Una pratica stupefacentemente diffusa da far nascere anche dei siti specializzati nell'agevolare la ricerca di partner gay o lesbiche dell'altro sesso interessati a sposarsi (giusto per farsi un'idea, il sito ChinaGayLesche -che si occupa proprio di tale attività- conta ben centocinquantamila iscritti).
Eppure, nonostante il drammatico quadro appena tracciato, pare che in Cina qualcosa si stia muovendo. Dal 1997 l'omosessualità non è più reato e dal 2001 non è più classificata come malattia mentale (anche se quell'idea resta purtroppo radicata a livello culturale). A dicembre del 2009 è stato inaugurato il primo locale gay aperto con un contributo economico da parte dello stato e recentemente il Ministero della Salute ha deciso di revocare il divieto che impediva alle lesbiche di donare il sangue.
Ma da parte delle autorità, però, non arrivano solo segnali di apertura: solo nell'ultimo periodo hanno cercato in ogni modo di impedire lo svolgimento del primo pride di Shangai, hanno boicottato la prima edizione di Mister Gay Cina e presso le Nazioni Unite si sono opposti strenuamente all'inserimento dell'ILGA fra le organizzazioni del consultivo.

Via Queerblog
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