Il ministero modifica la circolare: anche le coppie gay della polizia saranno considerate «famiglie di fatto»


In una circolare del 14 maggio scorso, dal titolo "Disciplina della mobilità a domanda del personale della Polizia di Stato dei ruoli di sovrintendenti, assistenti, e agenti, che aspirano a cambiare sede di servizio", il Viminale ha esteso i «punteggi previsti per le esigenze del nucleo familiare» anche alle «famiglie di fatto». Il testo originale, però, conteneva anche indicazioni su quali nuclei potessero essere considerata tali, ossia solo quelli costituiti «da due persone di sesso diverso che convivono, more uxorio, coabitando stabilmente insieme agli eventuali figli naturali riconosciuti o dichiarati dall'uno o da ambedue nella sede per cui si richiede il trasferimento, ovvero in sede limitrofa a quest'ultima».
I riferimenti al sesso (e la conseguente esclusione automatica delle coppie gay dal provvedimento) è apparso discriminatorio all'associazione radicale Certi Diritti, che si è immediatamente rivolta all'Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) e all'Unar (Ufficio nazionale anti discriminazioni) per segnalare il fatto.
Ora è proprio Oscad a comunicato che il Ministero ha cancellato la frase indicata, riconosciuta discriminatoria e contraria al principio di uguaglianza.
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