Sin, un film per non dimenticare


Mahmoud Asgari e Ayaz Marhoni avevano solo 16 e 18 anni quando il 19 luglio del 2005 vennero impiccati in Iran perché omosessuali. Contro di loro c'era anche un'incriminazione per il presunto stupro di un bambino di 13 anni, ma le associazioni per i diritti umani sono unanimi nel sostenere che quell'accusa fosse falsa ed utilizzata solo come pretesto per colpire la loro omosessualità.
Anche se i loro nomi potrebbero non risultare familiari, sicuramente lo saranno le terribili immagini che mostrano i due giovani con il cappio al collo: foto molto crude che hanno fatto il giro del mondo, provocando manifestazioni di protesta in molti Paesi e risultando ancor oggi uno dei simboli di quella sorta di omofobia di stato ancora presente in molte aree del pianeta.
Wajahat Ali Abbasi, un regista e scrittore pakistano trasferitosi a New York nei primi anni 2000, ha deciso di raccontare quella storia in un film intitolato "Sin" (Peccato). Il progetto è il frutto di quasi sette anni di ricerche, utilizzati per raccogliere le poche informazioni disponibili sulla vita del protagonista, la cui unica "colpa" è quella di non essere stato accettato dalla società per la propria identità.
Attualmente è in corso una campagna per la raccolta dei fondi necessari alla realizzazione, nella speranza che l'obiettivo possa essere raggiunto e che il film possa vedere la luce già il prossimo anno, testimoniando una storia che difficilmente potrà lasciare indifferenti gli spettatori.
È possibile trovare maggiori informazioni sulla pagina Facebook del film o nell'intervista rilasciata dall'autore a Il grande colibrì.
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