La paura delle coppie gay farà fare retromarcia alla Camera sulla fecondazione assistita?


La scorsa settimana il parlamento italiano ha approvato una norma che permette il disconoscimento da parte della madre di un figlio ottenuto mediante procreazione assistita.
Il tutto, però, sarebbe stato rimesso in discussione dai deputati della Commissione affari sociali della Camera per paura che una qualche coppia omosessuale ne potesse approfittare. Alcune indiscrezioni parlano di un incontro informale tenutosi oggi, durante il quale si sarebbe ipotizzato che un gay potrebbe accordarsi con una donna, fecondarla in clinica e poi ottenere pieno diritto sulla prole una volta disconosciuta dalla madre naturale. Fatto ciò, potrebbe poi poi crescerlo insieme al compagno all'interno di una sorta di famiglia gay.
Perché il tutto possa essere possible, sarebbe comunque necessario che almeno uno dei componenti della presunta coppia gay sia sterile, un fatto che diminuisce drasticamente la possibilità che il sotterfugio possa essere messo in atto.
Ma la preoccupazione principale parrebbe essere quella di non aprire alcun varco legislativo, motivo per cui sarebbe stato rimesso in discussione.
Una secca smentita, però, è giunta da Margherita Miotto, capogruppo PD nella Commissione Affari sociali di Montecitorio, che ha dichiarato: «Non sono a conoscenza di contesti informali nei quali si sarebbe parlato della norma che permette il disconoscimento da parte della madre del figlio ottenuto mediante procreazione artificiale. Il Pd ha sostenuto con forte convinzione l'emendamento e le ipotesi che vengono avanzate su possibili scenari futuri a proposto di "utero in affitto" o affidamenti alle coppie gay sono del tutto fantasiose, frutto di inutili ragionamenti dietrologici».
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