«Berlusconi hai rotto»: esplode il caso Littizzetto


Nel corso dell'ultima puntata di "Che tempo che fa", Luciana Littizzetto ha così commentato il ritorno in campo di silvio Berlusconi: «Ha visto che è tornato l'Imu, si è abbassato lo spread, il 4% di entrate fiscali, la galera per i detenuti... ha detto: "Minchia, che cosa sta succedendo? Devo assolutamente intervenire per salvare questo Paese. Finisce che l'Italia diventa un Paese normale". Ma non lo capite che non ne possiamo più? Che tutte le volte che vi vediamo in televisione ci si chiude lo stomaco? Noi ce l'abbiamo con voi, che vi fate i fatti vostri sulla pelle nostra che ci siamo fatto un mazzo così.
Abbiamo tirato la cinghia, Monti ci ha messo tutte queste supposte come le cartucce della cerbottana. Ora torna Berlu, sale lo spread... Non dico un pudore, sentimento antico, ma una pragmatica sensazione di avere rotto il c**o?».
Una battuta che ha scatenato un forte applauso in sala e che ha collezionato praticamente solo commenti positivi una volta riproposto su YouTube (attualmente 2012 apprezzamenti a fronte di soli 40 pollici versi).
Eppure in Rai i toni sono molto diversi. Antonio Verro, consigliere di amministrazione in quota Pdl, si è mostrato furioso: «Considero più che legittima la satira, inclusa quella politica. Ma l'insulto no, non è tollerabile. Ciò che ha detto Luciana Littizzetto su Berlusconi, mi chiedo, è satira o è politica? [...] E certi divi troppo pagati, naturalmente mi riferisco anche alla Littizzetto, rischiano di dimenticare quale sia il loro vero ruolo e si trasformano in predicatori. Tutto questo non è tollerabile così come non è concepibile offendere in diretta televisiva non solo un esponente politico ma anche quegli spettatori che pagano il canone di un servizio pubblico e magari fanno parte dell'elettorato di centrodestra».
Il direttore generale, Luigi Gubitosi, ha fatto sapere che per il momento non ci saranno misure disciplinari, ma che ha già provveduto ad invitare il direttore di Raitre, Antonio Di Bella, a dare indicazioni alla trasmissione per un «maggior rispetto e a una maggiore attenzione nei confronti di tutti gli esponenti politici, evitando eccessi».
A questo punto, oltre a domandarsi che fine stia facendo la libertà di parola, viene anche da chiedersi il perché si ritenga che »un maggior rispetto ed una maggiore attenzione» debba essere riservata ai vari esponenti politici quando la TV di stato non ha la stessa sensibilità verso i cittadini. Nel Cda dell'azienda non c'è stata alcuna bufesra quando gli insulti gratuiti sonop arrivati dai dai politici, né quando alcuni quotidiani hanno fatto chiudere serie gay-friendly o direttori di telegionali hanno omsesso di parlare di notizie legate al mondo lgbt (per non aprlare della censura di parole sgradite al Vaticano!). Forse Verro non sa che i gay non pagano il canone come gli elettori del centrodestra? O forse il problema è solo la tutela di quanti possono ripagare le attenzioni con l'assegnazione nuove poltrone?

Clicca qui per guardare l'intervento di Luciana Litizzetto
3 commenti