Don Mario e la sua visione transgender del Natale


Don Mario, il sacerdote salito alla ribalta delle cronache per essersi dichiarato gay e per aver scelto di abbracciare la Chiesa Episcopale, ha voluto regalare ai lettori del blog un suo messaggio di Natale. Come nel suo stile, non si è certo astenuto dal lanciare alcune provocazione e dell'offrirci una visione particolare del Natale. Di seguito il suo intervento.

Il Natale è generalmente attorniato da un clima ovattato di pace e silenzio.
L'origine di questa atmosfera forse viene dall'adorazione dei pastori e dei Magi (raccontata nei Vangeli di Luca e Matteo) o anche dall'aver immaginato un'estatica contemplazione del figlio neonato da parte di Maria e Giuseppe (come spesso appare raffigurata nelle statuine del presepe o nei quadri di grani artisti). E così oggigiorno questo clima pervade i nostri presepi e il nostro immaginario collettivo.
Ma... fu proprio così? E soprattutto: questo è il vero messaggio del Natale?
A ben vedere, leggendo i Vangeli, le cose andarono molto diversamente: altro che pace e dolce atmosfera! E così viene il sospetto che questo clima dolciastro tramandatoci dalla tradizione abbia rischiato (e rischi ogni anno) di rendere due volte infante questo Dio troppo scomodo: egli, già infante in quanto bambino che non parla (secondo il senso etimologico di "infante") viene messo a tacere (reso così nuovamente infante) perché troppo fuori dagli schemi religiosi. E allora meglio tramandare un innocuo bimbo che vagisce e desta tenerezza piuttosto che il reale avvenimento della comparsa "immorale" di Dio nel mondo. Immorale? Cosa intendi-mi chiederete. Beh l'espressione è ovviamente e volutamente provocatoria: vuole stimolare la riflessione e aprire ad una visione transgender del Natale, una rilettura, cioè, che vada al di là (trans) del modo in cui generalmente (gender) immaginiamo e viviamo il Natale.
Ma andiamo passo passo. E lo facciamo seguendo vicende e personaggi del Natale.
E partiamo da una donna: e che donna! Maria era promessa sposa di Giuseppe... quindi -secondo la consuetudine del tempo- vergine. E invece -oh mio Dio- è già incinta (Mt. 1,18). Che scandalo! Ma che razza di donna ha scelto Dio per incarnarsi?! E poi chi mai sarà l'uomo con cui Maria "ha tradito" Giuseppe? Ma guarda un po': lo Spirito Santo, cioè Dio stesso (Mt. 1,18). Non è possibile! E infatti Maria stessa resta sgomenta all'annuncio dell'angelo e reagisce dicendo: Ma come è possibile? (Lc. 1,34)
E Giuseppe, lo sposo promesso e "cornificato" (diremmo noi), di fronte alla sorpresa, cosa decide di fare? Per donne come questa era prevista la lapidazione (come ben ci ricorda un futuro episodio della vita di Gesù, che -forse anche perché memore di questo "scheletro nell'armadio" di famiglia- decide di non condannare la donna: Gv.8,11). E Giuseppe che fa? Decide di trasgredire la legge mosaica: non consegna Maria alla giustizia, ma pensa di "licenziarla in segreto" (Mt. 1,19) Non è possibile! E noi che pensavamo che Giuseppe fosse un uomo giusto! Invece anche lui è "immorale" perché agisce in modo "illegale".
E così risulta che la cosiddetta "sacra famiglia" di sacro e regolare (secondo la legge e la morale religiosa) ha ben poco: una ragazza madre messa incinta da un altro, un uomo che non è il padre del figlio della donna e che finge di essere suo padre (adottandolo) e un figlio nato prima e al di fuori dal matrimonio. Forse certi prelati dovrebbero essere più cauti e attenti ad indicare la famiglia di Gesù come modello esemplare di vita domestica basata sui valori tradizionali; perché -a rigor di logica- porre la "sacra famiglia" a modello ispiratore di scelte etiche potrebbe portare alla giustificazione religiosa delle coppie di fatto, all'accesso al matrimonio di coppie irregolari, all'inseminazione artificiale, all'apertura della giurisprudenza a nuove forme di essere famiglia... e via di seguito.
E poi chi lo sa se Maria e Giuseppe hanno fatto in tempo a registrarsi al censimento indetto da Cesare Augusto, visto che mentre erano in viaggio si compirono per lei i giorni del parto e diede alla luce il suo figlio?! (Lc. 2,1-6) Quindi potremmo anche trovarci di fronte ad una "famiglia clandestina" con un figlio "invisibile" senza cittadinanza. E, di fatto, il re Erode, pur sguinzagliando tutti i suoi funzionari, non riuscirà a trovare il bambino.
Ma andiamo avanti.
Una volta nato, Gesù dove viene adagiato? In una mangiatoia (Lc. 2,7). Questi giovani e inesperti genitori non potevano scegliere un posto più immorale di questo! E sì che Maria e Giuseppe erano uomini religiosi. Ma non sapevano che così il povero bambino restava contaminato dagli animali ritenuti impuri dalla Legge (Lv. 11, 26) e, quindi, impossibilitato a relazionarsi con Dio?! Che sprovveduti e incoscienti!
Passiamo, poi, agli angeli: per annunciare la nascita divina questi messaggeri celesti da chi vanno? Secondo logiche umane dovrebbero rivolgersi intanto a persone religiose e che siano anche importanti e in alto nella gerarchia. E invece non vanno affatto dal sommo sacerdote. Vabbeh andranno da chi scruta le Scritture Sacre e dedica la vita a Dio e alla sua legge come gli scribi e i farisei. Macchè! Gli angeli non vanno neppure da loro. E allora? Da chi andranno? Dio manda i suoi angeli a dei pastori (Lc. 2,8-11). Cosa? A dei pastori? Sì, proprio a dei pastori: a loro che non erano nessuno nella società, a loro che tutti ritenevano essere rozzi e pezzenti, a loro che non avevano stima e rispetto dalla gente, a loro che erano emarginati e presi in giro e subivano lo stigma sociale - diremmo noi. E' un po' come se oggi Dio inviasse i suoi angeli alla comunità LGBT magari proprio nel bel mezzo di un Gay Pride. Ma che razza di Dio è questo?! Come fa a fidarsi di certa gente?! Ma c'è dell'altro. Dio non solo manda i suoi angeli a dei pastori, ma -addirittura- affida a loro la notizia più importante del secolo (anzi della storia): Oggi è nato nella citta di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore (Lc. 2,11). Ignoranti e beceri com'erano chissà se questi pastori avranno capito cosa mai volevano dire quelle strane parole "Salvatore" "Cristo" "Signore"?! Certo che Dio ha corso un bel rischio! Anche perché ha affidato questo annuncio e la sua diffusione a persone la cui testimonianza non era credibile e creduta da nessuno. Andiamo bene! Questo Dio è proprio sprovveduto e pure poco rispettoso delle usanze e leggi del tempo.
E alla grotta guarda un po' chi altri arrivano: i Magi; personaggi mitici stravaganti che da lontano, seguendo una stella, raggiungono Gerusalemme. Scusate: ma voi credereste a sconosciute persone straniere che parlano pure male la nostra lingua e dicono di essere approdati in Italia seguendo il miraggio di un futuro migliore e una speranza per il domani? Qualcuno -tempo fa- gli avrebbe sparato addosso per rispedirli indietro al loro paese: Cosa mai vorranno questi immigrati illegali che vengono qui solo a rubarci il lavoro e deturpare i nostri costumi? E poi vengono da oriente... cioè dall'attuale Iran o Iraq. Oddio saranno pure musulmani. E ora verranno anche a chiedere di costruire una moschea. Eh No! Che se ne tornino presto al loro paese. E poi parlano di un nuovo re che è nato. Quante stranezze! Ma sarà vero o sono tutte favole di illusi sognatori che inseguono miraggi di stelle? Mah. E, infatti, le persone per bene, razionali, prudenti, che aspettavano da secoli il Messia e scrutavano le scritture con meticolosità, neppure si muovono, quando gli arriva l'eco della strana notizia: tutto era così sbagliato, anormale, "contronatura" diverso da quanto diceva la tradizione, stando alla divinità del personaggio atteso; e così se ne restano dietro le loro scrivanie e cattedre impassibili a scartabellare rotoli sacri... senza dio (Mt. 2,4-6).
Al contrario Erode e tutta Gerusalemme restò turbata da questa notizia (Mt. 2,3). E cosa mai è successo di così sconvolgente da provocare tanto turbamento? Solo la nascita di un bambino? Chissà quanti bambini sono nati in quello stesso giorno senza sconvolgere nessuno. Sicuramente dietro questo turbamento c'è ben altro. E questo "altro" credo sia proprio il modo "immorale" in cui Dio entra nella nostra storia; un modo tanto scandaloso e fastidioso che si sente subito il bisogno di metterlo a tacere: infatti Erode rischia addirittura il crollo demografico della città e un gap generazionale pericoloso per il futuro sosio-economico del suo paese pur di uccidere il bambino (Mt. 2, 16). C'è qualcosa di troppo pericoloso dietro questa vicenda!
E forse è per questo che ancora oggi facciamo di tutto per ovattare il clima del Natale, addolcirne il messaggio con un semplice buonismo di facciata o un po' di beneficenza per lavarci la coscienza, evitando così lo scontro con la scandalosità sconcertante e "immorale" dell'evento: ci dà troppo fastidio questo Dio "contronatura", diverso da quanto l'homo religiosus da secoli si aspettava.
Maria stessa -dice il Vangelo- serbava queste cose meditandole nel suo cuore (Lc. 2, 19); dove il testo greco usa un verbo che significa: cercava di metter insieme pezzi diversi che mal combaciavano tra di loro.
Un Dio che, scegliendola per farsi uomo, benedice una coppia di fatto e religiosamente irregolare, che nasce in un luogo impuro e per questo lontano da Dio, che affida il suo più importante messaggio a persone che non sono né credibili né affidabili, che fa accorrere sognanti personaggi stranieri e per giunta infedeli (non ebrei)... un Dio simile è troppo esagerato e fuori dagli schemi e va subito redarguito e richiamato all'ordine morale e religioso; se no qui vien da dire: non c'è più religione! E infatti è proprio così: qui non c'è più religione! Questo è il messaggio sconvolgente: Dio, incarnandosi, stravolge concetti e separazioni sacre (dio-uomo; cielo-terra; spirito-carne...) e manda in frantumi l'immagine religiosa di un dio garante della morale e giudice assoluto e insindacabile delle azioni umane. Gesù è venuto ad abolire questo modo di vivere la religione, dove le pratiche cultuali, formali e precettistiche non sono in funzione della felicità umana ("Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato" Mc. 2,27) ma dividono gli uomini in puri e impuri, buoni e cattivi, giusti e ingiusti, devoti e blasfemi... per ricordare a tutti che Dio fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni (Mt. 5,45) cioè non fa nessunissima preferenza, neppure etico-morale. E forse l'evangelista Matteo non a caso cita per primi proprio i "malvagi" visto che, in principio, al suo ingresso sulla scena del mondo, Dio ha scelto proprio coloro che tutti reputavano essere malvagi: i pastori.
Per cui: perché fare ancora divisioni e lanciare giudizi e accuse, proprio a coloro che -oso provocatoriamente dire- forse oggi Dio sceglierebbe per rendere araldi del suo messaggio come face con i pastori?
E perché noi LGBT sentirci ancora esclusi, emarginati, rifiutati e lontani da Dio quando Lui stesso, alla nascita nel mondo del suo Figlio, ha scelto gente come noi e li ha resi "apostoli" (cioè inviati a testimoniare) del suo amore universale per ogni uomo? Forse anche a noi viene chiesto di abbandonare questa ritrosia e ostilità che ci fa vivere "contro" la chiesa, la politica, la società?
E forse il Natale chiede anche a noi di amarci un po' di più e di credere che Dio ci ama e ci stima e apprezza così come siamo (Is. 43.4); che anche il nostro amore è sacro, essendo una particolare incarnazione dell'amore universale e multiforme di Dio; che anche a noi è affidato un "lieto annuncio"; che anche noi siamo portatori di una "grande gioia", di una "gaiezza" tutta nostra che è dono prezioso di Dio per l'umanità.
E allora, nello scambiarci i doni in questo Natale, viviamo tutta la profondità simbolica di questo semplice gesto che ci invita a dire all'altro: ecco, attraverso questo regalo che ti faccio, io ti ricordo che io sono un dono per te e ti invito a vivere la nostra relazione (di coppia, amicale, parentale che sia) come un dono prezioso che la vita ti fa gratuitamente. Viviamoci come dono e viviamo gli altri come dono prezioso e arricchente per noi. Buon Natale!
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