Vendola contro la Roma di Alemanno


In un'intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, Nichi Vendola ha attaccato la Roma di Gianni Alemanno, di Casa Pound e dei rigurgiti neo-fascisti, nonché la casa di Svastichella e delle tante aggressioni omofobe accadute negli ultimi anni.
«Il fatto che io sia insultato da fascisti e nazisti di vari network non è neanche oggetto di rammarico. Questo è il Paese dove il sigillo di normalità l'ha messo Giovanardi. Qui, un certo ambiente ecclesiastico impedisce perfino che si facciano norme per sanzionare la violenza. Qui siamo all'assuefazione.
Se il rapporto con Casapound è naturale per Berlusconi come per Grillo, io non riesco a non viverlo come un campanello d'allarme.
Devo sempre considerare ogni gesto che faccio, e questo è già una violenza. Continuo a fare la mia vita da persona sotto tutela (Vendola è stato vicepresidente della commissione Antimafia, ndr). Ma Roma negli anni di Alemanno ha visto lo sdoganamento dei piccoli gruppi dediti all'igiene del mondo. Non puoi non pensarci quando, per un minuto, cerchi di essere una persona normale che vuole prendersi un gelato a Campo de' Fiori. Questo clima mi impone di limitare gli spazi della mia vita privata. Sono costretto a gestire ogni mossa con molta prudenza. Se a Roma di sera mi viene voglia di fare due passi da solo, rinuncio.
Io non ho sciolto il mio partito nella coalizione. Se andremo al governo rispetteremo il programma, ma siamo liberi di presentare le nostre proposte. E io credo che questa partita vada aperta, non si può far vivere il dibattito sul filo del compromesso. Se no, tra poco, più che alla Francia saremo assimilati alla Russia di Putin. La sinistra ha sempre chiesto pochissimo: per paura degli anatemi delle gerarchie religiose si è accontentata di qualche modesto acronimo: i Pacs, i Di.co e alla fine non si è fatto mai nulla».
Dal canto suo Alemmanno si è limitato ad affermare su Twitter che «Vendola offende Roma. Dall'europride del 2011 a ogni gaypride la nostra città ha sempre garantito accoglienza e rispetto per tutti». Il tutto mente i muri di una scuola romana sono stati imbrattati con l'ennesimo insulto omofobo firmato con una croce celtica.
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