Il disegnatore abbandona lo sceneggiatore omofobo. I cattolici: «Tutta colpa delle lobby gay»


La decisione della DC Comics di affidare a Scott Card la creazione di una nuova serie di Superman ha fatto storcere il naso a molti. Lo scrittore, che già in passato ha collaborato con la Marvel come sceneggiatore di due miniserie di Ultimate Iron Man, è infatti noto per le sua dichiarata omofobia. Una caratteristica poco apprezzata dai rivenditori e da molti fan, pronti a raccogliere firme per sostenere la propria intenzione a non voler acquistare un albo sceneggiato da un personaggio simile. A ciò va aggiunto anche lo stupore generato dalla decisione dell'editore (che che negli ultimi anni ha fatto un po' di tutto pur di conquistarsi le simpatie di un pubblico gay) nella scelta di un nome tanto altisonante.
E se le polemiche non si placano, in questi giorni è arrivata anche la notizia della decisione di Chris Sprouse (il disegnatore designato ad illustrare le storie di Card) di tirarsi indietro: «Prima di giungere a questa conclusione -ha affermato ad USA Today- ci ho riflettuto davvero molto, ma alla fine ho deciso di fare un passo indietro e di non occuparmi della realizzazione della storia. Il putiferio suscitato dai media intorno a questa vicenda ha raggiunto un livello che prescinde dalla storia a fumetti, e si tratta di una situazione nella quale non mi sento a mia agio. Il mio rapporto con la DC Comics rimane saldo come sempre e già sto pensando al prossimo progetto di cui mi occuperò per loro».
La sua decisione avrà effetti immediati anche sulla pubblicazione delle storie di Card: la data di pubblicazione prevista per il 29 aprile prossimo appare infatti troppo imminente perché si possa trovare un sostituto in grado di rispettare i tempi. È facie presumere, dunque, che l'uscita del primo numero dovrà slittare di qualche tempo.

Sull'argomento è curioso notare anche come la stampa cattolica abbia ;cercato di strumentalizzare la notizia. Ad esempio su Tempi.it c'è un articolo che sostiene che l'intero progetto sia stato abbandonato («Salta tutto» dice il titolo, anche se in realtà -ahinoi- il progetto è stato solo rimandato, come anche loro asseriscono in una piccola nota scritta con caratteri ben meno cubitali). E quale sarebbe la causa? Manco a dirlo, il pezzo tira in ballo l'immancabile «lobby gay» che avrebbe violentemente preteso «il licenziamento» dell'autore. Poco importa se la richiesta fosse solo quella di non affidargli un personaggio così amato come Superman (un po' come se si dovesse star zitti se domani la Bonelli decidesse di affidare a Giovanardi la sceneggiatura di Dylan Dog). Ma il giornale è categorico: Card è «un grande autore», «perfetto», «bravo» ma «è un membro della direzione del National Organisation for Marriage, organizzazione non profit fondata nel 2007 che si batte per la difesa della famiglia tradizionale e si oppone alla legalizzazione del matrimonio gay». Il tutto, conclude l'articolo, «con buona pace per la libertà di espressione», quasi come se le campagne d'odio fossero da considerarsi un'opinione e come se un lettore non avesse il diritto di poter decidere di non acquistare un albo sceneggiato da una persona con idee diametralmente opposte alle proprie.
Nei commenti, poi, c'è un vero e proprio delirio. C'è chi parla del reato di "eterofobia", chi inneggia a «nuove crociate per la libertà di espressione» (degli omofobi), e chi asserisce che «i gay sono la nuova Inquisizione, sono intolleranti verso chi la pensa diversamente da loro». E difronte a chi fa notare che la discriminazione per razza, credo o orientamento sessuale non sia da difendere, c'è pure chi replica che «essere gay è solo un orientamento sessuale disordinato come una malattia e quindi non è un diritto, che sarebbe come dire che è un diritto essere un pedofilo perché questo è un orientamento sessuale. Quindi per favore non fare accostamenti a cavolo con razza, etnia, credo. La dignità della persona gay vorrebbe invece che il sodomita guarisse da questa distorsione perversa, e molti ne escono».
Insulti gratuiti, ignoranza e una distorsione della realtà aizzati da un articolo chiaramente volto a mostrare i gay come i cattivi di turno (e, quindi, immeritevoli di diritti). Curioso è anche come si pretenda che la propria posizione sia accettata ed adottata senza discussioni, lamentandosi se la parte contraria osa anche solo manifestare il proprio pensiero. Ma chi vuole la libertà di parole dovrebbe essere anche pronto a concederla, o no?
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