James Franco in difesa di "I Want your Love"


«Gli adulti dovrebbero essere in grado di scegliere ciò che vogliono vedere». È con queste parole che James Franco, attraverso un video pubblicato su YouTube, ha duramente criticato la decisione dell'Australia's Classification Board di vietare la proiezione del film "I Want your Love" al Melbourne Queer Film Festival e al Brisbane Queer Film Festival a causa di scene considerate troppo esplicite.
Il lungometraggio statunitense, diretto da Travis Mathews (già co-regista di James Franco in "Interior. Leather Bar") racconta l'ultima notte del giovane performance Jesse Metzger a San Francisco, città in cui ha vissuto per anni, prima della sua partenza alla volta del suo paese natale in Ohio. Amici e conoscenti si riuniranno per alleviare la sua malinconia.
La pietra dello scandalo è una scena di sesso esplicito che è apparsa pornografica agli occhi della commissione. Dal canto suo il regista difende la propria scelta, sottolineando che il sesso fra i due uomini è parte integrane della narrazione e non una scelta in un qualche modo voyeuristica. Non va dimenticato, infatti, che lo spunto del film è l'omonimo cortometraggio realizzato nel 2010 dallo stesso Mathews (riproposto per immagini nella gallery di fine post) nel quale si assisteva ad una scena di sesso esplicito con tanto di coito tutt'altro che simulato (così come pare sia avvenuto anche nel nuovo lungometraggio). Se da un lato le telecamere non risparmiano alcun dettaglio, dall'altro va detto che la topologia di narrazione risulta decisamente diversa da quelle dei consueti film a luci rosse: pause, giochi e sguardi sono ben più tipici di un rapporto domestico che di quanto generalmente ricostruito su quel tipo di set.
Nell'occasione James Franco ha anche asserito che «Non capisco come ancor oggi un film che non utilizza il sesso per creare eccitazione ma per parlare della natura umana possa essere bandito». Ed ancora: «Il sesso è il modo con cui si mettono al mondo i bambini e con cui ci si unisce. Bandire un film che vuole esplorare il comportamento umano è una scelta molto miope e, credo, molto ipocrita». Poi, dopo aver invitato la commissione a rivalutare la propria scelta, l'attore ha lanciato un ultimo affondo: «Non credo ci saremmo trovati ad avere questa conversazione se ci fossimo trovati davanti ad un film molto violento».

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