Italia: solo 36a in Europa per i diritti lgbt


Come ogni anno, la Ilga Europe ha diffuso un rapporto sullo stato dei diritti lgbt nei vari Paesi d'Europa (includendo anche nazioni esterne all'Unione). Il risultato ottenuto dall'Italia non è certo fra i più gratificati, con un punteggio di 19 su 100 che l'ha portata a posizionarsi al 36° posto (sei in meno dello scorso anno). Dopo di lei solo la Bulgaria (18%), il Liechtenstein (16%), la Repubblica di San Marino (14%), il Principato di Monaco (10%), il Kosovo (14%), la Turchia (14%), la Macedonia (13%), l'Ukraina (12%), la Bielorussia (14%), l' Armenia (8%), l'Arzebaijan (8%) e la Federazione Russa (7%).
Come nel 2010, anche quest'anno è il Regno Unito ad essersi aggiudicato il primo posto con 77 punti su 100. Seguono il Belgio (67%), la Norvegia (66%), la Svezia (65%), la Spagna (65%), il Portogallo (65%), la Francia (64%) e la Germania (54%).
I criteri per l'assegnazione dei punteggi si basano sulla valutazione delle leggi create per garantire la piena uguaglianza di diritti ai cittadini lgbt, nonché per combattere le varie forme di discriminazione (sociale, lavorativa, sanitaria...) o per garantire l'asilo politico a persone perseguitate in base al loro orientamento sessuale o alla loro identità di genere.
L'Italia trae la quali totalità del proprio punteggio dalla libertà di espressione ed associazione, a cui si aggiunge un punto e mezzo in tema di famiglia per l'approvazione dei registri delle coppie di fatto in alcuni comuni e per la possibilità offerta ai transgender di poter sposare persone dell'altro sesso.

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