Parigi, attivista anti-gay si suicida a Notre-Dame


Dominique Venner aveva 78 anni ed era un noto storico francese di estrema destra. Il suo maggior timore è che «la Francia cada nelle mani degli islamisti» e non aveva mancato di sfruttare la sua posizione di direttore di una rivista bimestrale per opporsi strenuamente alla legge sui matrimoni gay (promulgata sabato scorso dal presidente François Hollande).
Oggi pomeriggio, intorno alle 16, è entrato nella cattedrale parigina di Notre-Dame e, raggiunto uno degli altari, si è suicidato sparandosi un colpo di pistola alla bocca. La cattedrale è stata immediatamente evacuata dalle forze dell'ordine e accanto al suo corpo è stata rivenuta una lettera di cui non si conosce ancora il contenuto.
Il gesto pare sia riconducibile proprio al suo dissenso dalla norma che legalizza i matrimoni fra persone dello stesso sesso. Solo pochi giorni fa, infatti, sul suo blog aveva scritto: «Ci vorrà certamente un gesto nuovo, spettacolare e simbolico per scuotere la sonnolenza, scrollare le coscienze anestetizzate e risvegliare la memoria delle nostre origini. I manifestanti del 26 maggio hanno ragione di gridare la loro collera. Una legge infame che, una volta votata può sempre essere abrogata. Non basterà organizzare delle gentili manifestazioni di strada per impedirle [le nozze gay, ndr]. C'è bisogno di una riforma intellettuale morale».
A pochi minuti di distanza dalla notizia, il leader dell'estrema destra francese del Front National (Marine Le Pen) ha commentato su Twitter: «Tutto il nostro rispetto a Dominique Venner, il cui ultimo gesto, eminentemente politico, è stato di tentare di svegliare il popolo di Francia». Pare preannunciarsi, dunque, una strumentalizzazione dell'accaduto per alimentare ulteriormente la tensione sociale.
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