Vimercate: anche le coppie gay potranno essere sepolte in tombe adiacenti


Una normativa della Regione Lombardia impone il divieto di sepoltura in tombe adiacenti delle coppie non sposate, ma il Comune di Vimercate (una città brianzola di 25mila abitanti, non lontana da Milano) è andata a spulciare nei suoi archivi ed è riuscito ad aggirare l'ostacolo in base a quanto previsto da una legge del 1989, la quale riconosce anche alle coppie di fatto alcune dei diritti riservati alle coppie sposate.
Ed è così che la giunta di centrosinistra ha varato un nuovo regolamento cimitariale che estende questa possibilità a tutte le coppie di fatto (anche gay). Il tutto con il supporto di tre consiglieri dissidenti della Lega, utili a far approvare il regolamento già alla sua prima votazione.
«Avevo votato a favore del registro delle coppie di fatto perché il mancato riconoscimento dei loro diritti è un'aberrazione. Sarebbe stato poco coerente andare contro la sepoltura comune delle coppie gay iscritte nell'albo comunale. Sono un cattolico, ma non ricordo di alcun passaggio del Vangelo in cui vi sia una discriminazione nei confronti di qualcuno ritenuto diverso dagli altri», ha dichiarato Claudio Andreoni, segretario cittadino del Carroccio.
Dello stesso avviso è anche Mariasole Mascia, assessore alle Pari opportunità, che parla di «di un percorso naturale, di adeguamento a un contesto sociale già consolidato». Inoltre l'assessore ha ricordato come «tutte le coppie unite da un vincolo affettivo potranno accedere alle graduatorie per l'assegnazione di un alloggio popolare».
Immancabili sono giunte anche le proteste. Se il parroco tuona che «La famiglia resta quella fatta da padre, madre e figlio» e che «in futuro le cose potrebbero tornare alle origini», Alessandro Cagliani, capogruppo della lista civica di centrodestra, ha aggiunto: «Con il crescere delle coppie di fatto c'è il rischio di una potenziale crescita di casi di abbandono di persone al di fuori della rete familiare: saremmo in assenza di quei presupposti giuridici di impegno al reciproco sostentamento che si contrae nel matrimonio tradizionale. E tutto ricadrebbe sulla comunità, che dovrebbe farsi carico del mancato impegno da parte dei singoli individui».
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