Frattini e il rebus del suo tweet


Franco Frattini, ex ministro degli Esteri ed attuale candidato dell'Italia al posto di segretario generale della Nato, non si è trattenuto dal commentare su Twitter le recenti dichiarazione sui gay di Papa Bergoglio. Ed è così che il politico del Pdl ha scritto: «Straordinario Papa Francesco: chi sono io per giudicare un gay? Pedofili criminali, ma è un'altra e diversissima cosa...».
Una frase che sintatticamente non si regge in piedi e che appare assai ambigua. Chi sono i pedofili e i criminali di cui l'ex-ministro parla? I gay? I preti? Suo cugino? Un dubbio che non è stato chiarito dato che Frattini si è limitato a scrivere qualche messaggio di scherno a chi chiedeva maggiori spiegazioni sul senso di quelle parole.
Ma la vicenda non è finita qui. Passata qualche ora ha nuovamente twittato, questa volta indirizzando il suo messaggio ad un blogger che gli aveva chiesto: «Può sviluppare meglio il suo pensiero su gay, pedofili, criminali? Grazie». Pronta la risposta: «Lei magari arriva a negare che omosessualità e pedofilia siano temi diversissimi? Pur di criticare il Papa forse ci arriva...».
Bhe, fermo restando che è ben più probabile che volesse criticare lui e non certo il pontefice, la risposta non chiarisce un granché: se i termini sono così diversi (e tutti concordiamo che lo siano) perché inserirli una una stessa frase?
Passa un'altra ora e sul profilo dell'ex-ministro compare un nuovo tweet: «Io sono stato colpito dalle parole di umiltà del Papa -scrive- commenti superflui battute inutili. Stop. Chi cerca la rissa su questo è out». Insomma, questione chiusa... ma senza che se ne sia capito il senso. Non sarebbe stato più facile chiarire il significato di quelle parole anziché passare l'intera giornata ad attaccare mezzo mondo per non averle capite? O forse si sta giocando a nascondere la mano dopo aver lanciato il sasso, magari con frasi sufficientemente ambigue per poter strizzare l'occhio a chi fa più comodo in quel momento?
Insomma, paiono finiti i tempi in cui si poteva perlomeno sapere a chi erano indirizzati gli insulti dei nostri politici. Ora sappiano solo che c'è un Papa, i gay, alcuni pedofili e dei criminali (con il rischio che ognuno possa incastrare i termini come meglio crede).

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