Russia: gay torturati tra scherno ed omertà


Il mondo è rimasto scioccato davanti alle immagini che mostravano le violenze omofobe riservate ad alcuni giovani adolescenti russi, spesso adescati attraverso gli oltre 500 gruppi creati su Internet e riconducibili ad "Occupy Pedophilyaj" e "Occupy Gerontilyaj". Se i nomi lascerebbero intendere una lotta alla pedofilia, nella realtà dei fatti erano solo specchietti per le allodole e strumenti creati per individuare le proprie vittime. Ed è così che, una volta aperto il vado di Pandora, la vicenda sta assumendo contorni che di giorno in giorno diventano sempre più drammatici.
Non serve essere esperti informatici per trovare il materiale che tutt'oggi risulta liberamente accessibile su VK.com (il maggior social network della Russia) e persino su YouTube, dove dei criminali che si definiscono "guerrieri" si vantano delle proprie violenze con immagini e video. Ed è forse questo l'aspetto che colpisce maggiorenne: ci sono foto di gruppo dove ragazzi e ragazze di ogni età (bambini compresi) posano fieri e a viso scoperto mentre esibiscono il loro simbolo (il pollice ad uncino). Ci sono nomi, numeri di telefono. Ci sono addirittura petizioni per chiedere a VK.com di riaprire quei pochi gruppi verso cui sono stati presi dei blandi provvedimenti (incredibilmente il materiale presente è spesso sopravvissuto sulle bacheche dei propri adepti, ndr). E c'è soprattutto l'omertà della gente che passa indifferente vicino alle vittime dei soprusi senza muovere un solo dito in loro aiuto.
Persino le forze dell'ordine appaiono complici di quei delitti (che secondo la legge russa sono comunque dei reati penali) e in un video si vedono dei ragazzi che chiamano la polizia proprio con il telefono appena rubato alla loro vittima: al loro arrivo, incredibilmente, gli agenti arrestano il giovane e lasciano impuniti i suoi aguzzini.
Un pugno nello stomaco è anche il clima di scherzo: su internet si aprono sondaggi per chiedere agli utenti se la vittima avrà capito o meno la lezione, ci sono risate, ci sono umiliazioni gratuite, ci sono commenti che liquidano il tutto con un «bisogna pur sfogare su qualcuno al propria rabbia».
Dall'altra parte ci sono gli sguardi delle vittime (ragazzi, uomini e persino anziani) con i loro occhi che parlano e che raccontano tutto il loro terrore. Sguardi che dovrebbero portare a non dormire la notte ma che stridono con lo scherzo e le risa di chi reputa divertente distruggere la vita ad una persona solo perché gay. Già, perché di questo si tratta. Come se le violenze non bastassero (spesso c'è anche il rituale con cui la vittima viene "purificata" dall'omosessualità facendogli bere o versandogli addosso dell'urina), il tutto viene filmato allo scopo di distribuire quei video (con immagini, conversazioni private e dichiarazioni estorte a forza) alle scuole, agli amici e alle famiglie delle proprie prede... e in uno stato omofobo coma la Russia questo non può che corrispondere ad una morte sociale.
Ma tra i tanti filmati che si trovano su Internet un'altro merita una riflessione. Nelle immagini si vede uno dei protagonisti delle violenze che siede in giacca e cravatta in uno studio televisivo. Se la lingua non aiuta a capirne il contesto, le immagini mostrano chiaramente come stia parlando delle sue missioni punitive. Il tutto fra l'interesse dei presenti e gli appulsi del pubblico. Un documento che testimonia chiaramente come tutti sapessero e come nessuno appaia intenzionato a muovere un solo dito per fermare questa vergogna (anzi, l'impressione è che la si celebri e la si voglia esaltare).


Nelle immagini che seguono sono contenuti alcuni frame dei video appena citati. Sono tutte fotografie forti, ricche di violenza gratuita ed in grado di colpire la sensibilità personale, motivo per cui se ne raccomanda la visione ai soli adulti.

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