Il Coi su Sochi 2014: «Nessuna discriminazioni per gli atleti gay»


Non finiscono i guai legato alla recente approvazione delle norme russe contro la cosiddetta «propaganda omosessuale», una vergogna sul piano nazionale ed un motivo di imbarazzo su quello internazionale. Tra questi non manca l'organizzazione del Giochi invernali di Sochi del 2014.
Già, perché nonostante siano ancora pochi, non mancano alcuni atleti olimpionici apertamente gay e c'è chi si domanda quale accoglienza potranno ricevere in un Paese che pare aver aperto la strada verso una nuova criminalizzazione dell'omosessualità (seppur sia stata depenalizzata in Russia oltre vent'anni fa). Inoltre anche gli spettatori non appaiono esenti da rischio, dato che già ora tutti i turisti gay che visitano la Russia rischiano sino a 15 giorni di carcere.
Il Comitato Olimpico Internazionale (Coi) è così corso ai ripari ed ha assicurato che i giochi si svolgeranno senza alcuna discriminazione per gli atleti lgbt in gara. «Il Coi -si legge in una dichiarazione ufficiale- ha chiaro in mente che lo sport è un diritto umano e deve essere disponibile a tutti a prescindere dalla razza, dal sesso o dall'orientamento sessuale. I Giochi stessi dovrebbero essere aperti a tutti, liberi da discriminazioni sia nei confronti degli atleti, che degli ufficiali, degli spettatori e dei media [...] Come organizzazione sportiva tutto quello che possiamo fare è continuare a lavorare per assicurare che i Giochi abbiano luogo senza discriminazioni contro atleti, ufficiali di gara, spettatori e media. Questioni più ampie relative a problemi del Paese è meglio che vengano affrontati da organizzazioni internazionali più idonee».
Insomma, a fronte degli ingenti quantitativi di denaro che ruoteranno attorno alla manifestazione tutti saranno pronti a chiudere gli occhi, ma per garantire che un diritto sacrosanto venga riconosciuto alla popolazione, invece, bisognerò attendere che qualcun'altro se ne occupi...

Via: Gay.it
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