Imbavagliati per dire «no» alla legge contro l'omofobia


Mentre Avvenire continua a parlare di «questioni irrisolte sulla libertà di opinione, ma anche sulla libera espressione culturale e religiosa», sono circa un centinaio gli attivisti del Movimento Uomini Donne Bambini che si sono dati appuntamento davanti a Montecitorio per dire «no» al progetto di legge contro l'omofobia. Ed è così che, imbavagliati ed incatenati, i manifestanti hanno mostrato cartelli con slogan come «In piazza per riscrivere la legge», «No al dogma del gender», «L'omofobia non si contrasta limitando la libertà» o «No alla nuova inquisizione».
Maria Cristina Maculan, portavoce dell'associazione, afferma: «Siamo contrari alla violenza e siamo a favore della libertà di espressione. Non vogliamo andare in galera se diciamo apertamente che un figlio deve avere un padre e una madre».
Inutile dire che l'allargamento della Legge Mancino ai reati omofobici e trasofobici non porterebbe alla punizione delle opinioni, ma solo l'eventuale violenza che ne dovesse derivare. Ed è proprio per questo motivo che Anna Paola Concia ha iniziato a parlare apertamente di un «strumentale dibattito sul reato di opinione».
Secondo alcuni sondaggi realizzati da Swg per "Agorà Estate", è il 51% degli italiani a ritiene necessaria una legge sull'omofobia. I numeri, però, oscillano molto a seconda dell'appartenenza politica: se l'81% degli elettori del Pd si dice a favore, la percentuale scende al 56% fra quello del M5s e a solo 46% fra l'elettorato del Pdl.
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