Russia: gli ultranazionalisti creano una rete per colpire e torturare gli adolescenti gay


Era inevitabile. Il giro di vite di Putin contro i gay non ha mancato di far prosperare i gruppi di più omofobi del Paese. Tra questi non manca anche quello guidato Maxim Martsinkevich (un ultranazionalista che vive con la madre nella periferia di Mosca).
Il piano organizzato da lui e dai suoi seguaci è aberrante: attraverso VK.com (il più popolare social network della Russia) hanno iniziato a creare dei falsi profili per adescare dei giovani gay. Il tutto rafforzato anche dalla messa online di oltre 500 gruppi (tra cui "Occupy Pedophilyaj" e "Occupy Gerontilyaj") che ufficialmente promettevano aiuti per combattere la pedofilia, ma che nella realtà erano non erano altro che strumenti creati per ottenere i dati personali e gli indirizzi delle loro vittime.
Una volta organizzato l'appuntamento, si presentavano in branco per assalire ragazzi poco più che adolescenti, umiliandoli e spesso torturandoli per il solo fatto di essere gay. Il tutto era anche documentato con video e fotografie che venivano poi distribuiti alle scuole, alle famiglie e agli amici delle loro vittime.
Pare che molti dei ragazzi finiti nella loro rete siano rimasti così traumatizzati da essere stati spinti al suicidio, il tutto nel disinteresse della polizia che appare ben pare poco intenzionata ad investigare su quei crimini nonostante l'ordinamento russo sia ben chiaro nel ritenerli reati di rilevanza penale.
Anche l'atteggiamento assunto da VK.com non ha mancato di suscitare perplessità: se i gruppi segnalati sono ora stati chiusi, spesso ai carnefici è bastato aprire un nuovo profilo per tornare a dar la caccia alle proprie vittime.
Un video diffuso su YouTube testimonia la violenza psicofisica di quelle torture. Il protagonista è un 15enne adescato con la promessa di 20.000 rubli in cambio di un rapporto sessuale, soldi che nella poverissima Russia gli sarebbero stati necessari per l'acquisto di un computer portatile. Una volta individuato, gli aguzzini l'hanno costretto a dirgli il suo none, quello dei suoi genitori, il suo indirizzo di casa e di scuola. Poi il branco ha urinato in una bottiglia di vetro prima di rovesciargli addosso il contenuto. Il tutto indisturbati e alla luce del sole.

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