Intervista a Flavio Parenti


Flavio Parenti è uno degli interpreti di "Goltzius and the Pelican Company", la nuova magistrale opera di Peter Greenaway che presto inizierà ad essere distribuita anche in Italia. Lo abbiamo intervistato.

Hai esordito dinnanzi al grande pubblico come comparsa in Camera café ed ora ti sei ritrovato a lavorare con personaggi del calibro di Woody Allen e Peter Greenaway. Come ci si sente?
Bene. Salgo passo dopo passo, mi da sicurezza. Sono partito da "Il pranzo è servito" in teatro e poco a poco, tramite opportunità e talento, ho fatto un percorso che reputo inattaccabile, ruoli sempre più grandi, produzioni sempre più grandi. Ora sono in una fase delicata, dove devo cominciare a fare delle scelte. Se prima accettavo tutto quello che mi veniva proposto, ora ho il lusso e l'onere di decidere il mio percorso.

Dato che il film non è ancora in distribuzione in Italia, ci racconti brevemente chi è il tuo personaggio in Goltzius and the Pelican Company?
Sono un attore di una compagnia teatrale libertina e laica, olandese, siamo nel 1600 e ci proponiamo di rappresentare a teatro sei episodi dell'antico testamento a fondo erotico.

Nel film ti sei cimentato nel tuo primo nudo frontale davanti ad una macchina da presa, peraltro in una tra le scene più divertenti e grottesche del film. Cos'hai provato?
Prima di tutto imbarazzo, credo sia inevitabile. È una cosa difficile avere un rapporto tranquillo con il proprio corpo, anche nell'intimità, figuriamoci con gli altri. Però è il mio lavoro, e credo sia una cosa che una volta fatta, ti regala una tranquillità e una fiducia in te stesso molto preziosa.

Qualcuno ti ha detto che è stato un errore?
No. Ma se anche lo facesse, non m'importerebbe molto. Sono grande abbastanza da ponderare le scelte che faccio e prendermi tutte le responsabilità.

Ora che ha infranto uno dei più grandi tabù della società moderna (la nudità), credi che cambierà qualcosa nel modo in cui il pubblico ti guarda?
No, non credo. Più che altro perchè il film non avrà, ahimè, una distribuzione tale da diventare popolare. Probabilmente quando il film sarà disponibile in dvd usciranno su internet foto e filmati che ritagliano le parti hot del film. Ma si sa, "it's the web, my friend". E poi come ho detto, è una scelta che ho fatto ponderandola, e ne sono fiero. Greenaway è uno dei più grandi visionari del secolo, essere in un suo film è un grande onore.

Secondo te qual è il confine fra pornografia ed arte?
La morale e alcune regole estetiche (dettate anch'esse dalla morale). Di questi tempi, la differenza "tecnica" credo sia la visione della penetrazione.

Nei film d'autore ci si mette in gioco molto a fronte di un riscontro di pubblico spesso. Ne vale la pena?
Il mio lavoro è mettermi a fronte del pubblico e del suo giudizio. Che sia Greenaway o "Distretto di Polizia". Per questo, poco a poco, si impara a non dare peso al giudizio degli altri. Lo rispetto, ma non non posso permettermi di rovinarmi l'anima appena sento un giudizio terribile su di me (e ne sento!).

Cosa ti porti a casa dalla tua esperienza con Greenaway? Cambierà qualcosa nel tuo modo di fare regia?
Greenaway non segue la linea narrativa classica. Per lui il cinema è visione, grandezza e bellezza. La "storia" è un mero pretesto per raccontare con immagini e suoni il proprio mondo interiore. È una visione stupenda, che trovo molto affine alla mia. Non so cosa gli ruberò, ma per osmosi so che ho assorbito tutto quello che potevo da quella splendida esperienza.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Se non sbaglio c'è qualcosa in cantiere anche per tutti i fan di Guybrush Threepwood...
Sto lavorando alla produzione di un videogioco per realtà virtuale. Un avventura grafica in prima persona. Percui sì, Guybrush c'entra eccome. Ora però è troppo presto per esporre il progetto, ma è entusiasmante. Poi a fine agosto comincerò le riprese di "Un medico in famiglia" per Rai Uno, dove sarò il nuovo medico. Sempre su Rai Uno usciranno due progetti che ho fatto quest'anno: "Un matrimonio" di Pupi Avati, protagonisti Micaela Ramazzotti e me, e "Un marito di troppo" una commedia con protagonisti Cristiana Capotondi e me. I'm a lucky man.

In molti Paesi si parla sempre più spesso dell'introduzione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. Tu sei favorevole?
Assolutamente si. Ci vuole un matrimonio laico, che livelli i diritti a tutti i cittadini italiani, qualsiasi sia il loro orientamento sessuale.
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