Inumana la sentenza di ergastolo per il killer di 4 gay. Lo ha deciso la Corte europea dei diritti umani


Il serial killer Peter Moore è uno dei tre assassini inglesi che hanno presentato ricorso alla corte Corte europea dei diritti umani, sostenendo che la propria condanna all'ergastolo sia un «trattamento inumano e degradante» contrario a quanto sancito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Nel 1995 uccise quattro gay in quattro mesi per la propria gratificazione sessuale. Insieme a lui, nel presentare appello, anche Douglas Vinter (che accoltellò la moglie nel febbraio del 2008 dopo aver già scontato nove anni di cercare per l'omicidio di un collega di lavoro) e Jeremy Bamber (che uccise i suoi genitori, la sorella e i suoi due figli nell'agosto del 1985).
Se lo scorso gennaio la Corte britannica aveva deciso che la loro condanna non fosse in violazione dell'articolo tre della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (che vieta «pene o trattamenti inumani o degradanti»), la Corte europea ha ora ribaltato la sentenza dando ragione ai tre detenuti. Secondo Strasburgo, infatti, è necessario che vi sia sempre una possibilità di liberazione e di revisione delle sentenze. I giudici hanno tuttavia precisato che «la Corte non ha inteso dare ai richiedenti prospettive imminenti di rilascio».
Ora spetterà alle autorità britanniche decidere i modi e i tempi di un'eventuale revisione del caso, ma l'indicazione che giunge dall'Europa è la richiesta di fissarla al più tardi dopo 25 anni da una qualsiasi condanna all'ergastolo. Attualmente sono 49 i detenuti condannati a tele pena in Inghilterra e Galles.
1 commento