Bufera sul musical che "cura" i gay con la preghiera, ma l'Azione Cattolica prende le sue difese


L'omosessualità deriva dalla mancanza della figura paterna e si "cura" con la preghiera. È questa la farneticante teoria che i turisti di Bisceglie (BT) si sono sentiti esporre da un attore di strada del musical "Il mio canto libero (Scegli la vita!)" portato in scena dalla Comunità Arca dell'Alleanza all'interno dell'iniziativa "Musical ed evangelizzazione per le strade e le spiagge a Bisceglie" (un'iniziativa realizzata con il patrocinio del Comune e della Pastorale giovanile).
È Arcigay BAT (Barletta-Andria-Trani) a segnalare come molti turisti, scandalizzati per quanto avevano sentito, si siano rivolti a loro per segnalare l'accaduto. Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay, non esita a definirlo «Un messaggio falso e scellerato che infierisce sul disagio e il senso di inadeguatezza che i giovani omosessuali sono costretti a provare nel nostro Paese e che oggi, ce lo dimostra la cronaca, ha i connotati di una vera e propria emergenza. Questa è la libertà di opinione che i cattolici intendono salvaguardare nel testo della legge contro l'omotransfobia? Sono questi i punti di vista -di impianto identico all'eugenetica nazista- che il nostro Parlamento vuole mettere al sicuro emendando quella legge?».
Eppure l'Azione Cattolica Diocesana, con una nota a firma del Presidente Antonio Citro, è voluta intervenire sulla vicenda, definendola «il racconto di una storia vera di un omosessuale che scopre Dio e in quel caso riscopre anche la sua eterosessualità». «L'Azione Cattolica diocesana -si legge nella nota- esprime la propria solidarietà alla Comunità Arca dell'Alleanza di Bisceglie circa le accuse di omofobia rivoltele, nell'ambito dell'iniziativa "Musical ed evangelizzazione per le strade e le spiagge" in particolare per la serata svoltasi presso l'Anfiteatro Mediterraneo di Bisceglie: il musical "Il mio canto libero (Scegli la vita!)". Condividiamo completamente i contenuti espressi nella serata, principi stessi della Chiesa Cattolica, e ribadiamo quanto detto nel comunicato dell'Arcidiocesi dell'11 agosto 2013 in particolare "il timore, in verità, è che venga ferito il diritto fondamentale alla libera espressione della propria opinione"».
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