Caso Barilla: cambia il vento sui media italiani


Proviamo a ripercorrere la cronologia degli aventi: mercoledì scorso Guido Barilla ha preso posizione contro le famiglie gay durante una trasmissione di Radio 24, giovedì tutti i giornali hanno condannato quelle parole e hanno rilanciato entusiasticamente l'idea di un boicottaggio, oggi paiono tutti in fila a puntare il dito contro i gay.
Il fatto quotidiano, ad esempio parla di «reazione isterica e incontrollata della comunità gay», punta il dito contro i leader lgbt alla «ricerca di visibilità narcisistica e tradizionalmente rainbow» e sottolinea con caratteri in grassetto che quelle parole sono da ritenersi «un'opinione». Sulla stessa lunghezza d'onda è anche Il Giornale che, parlando anch'esso di «un'opinione», lancia accuse verso una «spiccatissima sensibilità della lobby gay» che accompagnerebbe «al patibolo» ogni possibile oppositore.
E se i ciellini de Il Sussidiario hanno titolato "Perché le lobby gay non tollerano il Mulino Bianco?" e parlano di «capacità impositiva di una certa parte dell'opinione», Fanpage ha optato per rivendicare la necessità che «una persona sia libera di esprimere le proprie opinioni».
E qui una bella precisazione andrebbe fatta: l'idea del "boicottaggio" è nata da una precisa frase pronunciata da Barilla, nella quale riferendosi ai gay ha sostenuto che «Se a loro piace la nostra pasta e la nostra comunicazione la mangiano, altrimenti mangeranno un'altra pasta». Da qui l'idea di seguire il suo consiglio ed acquistare altre marche... Eppure oggi molta stampa pare coalizzata nel sostenere che il mettere in pratica ciò che l'imprenditore stesso ha chiesto di fare significherebbe minare la sua «libertà d'opinione».
Insomma, è ritenuto lecito che Forza Nuova plauda alle sue parole candidandolo all'Ambrogino d'oro, ma non pare sia ritenuto altrettanto lecito che i gay possano essere liberi di decidere quale pasta acquistare al supermercato. E allora c'è poco da parlare di «isteria» se ci si ritrova a veder difeso il diritto all'insulto ma non quello alla libertà di poter scegliere ciò che si acquista.
Ed anche in questo nell'intervista a Barilla pare che un passaggio sia risultato quasi profetico. Sempre riferendosi ai gay, l'imprenditore ha infatti affermato: «Facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri». Ed è proprio quello che pare ci venga chiesto oggi: offendetevi pure nel sentirvi dire che i valori dell'azienda non riconoscono la vostra famiglia, ma fatelo in silenzio e senza disturbare.
6 commenti