L'Assemblea del movimento lgbtqi rilancia la rivendicazione civile dei diritti


L'Assemblea del Movimento lgbtqi, riunitasi a Roma lo scorso 5 ottobre, ha cercato di analizzare la situazione politica e culturale odierna ed ha espresso «forte preoccupazione per l'innegabile appiattimento della questione lgbtqi e della nostra visibilità, ridotta alla sola discussione sui temi dell'omofobia e della transfobia». Secondo l'assemblea, infatti, «la semplificazione dei vissuti delle persone lgbtqi come "vittime" di violenze o discriminazioni -operata dai media, dalla politica e persino da alcune realtà associative gay- ha finito per danneggiare la nostra capacità di incidere sui cambiamenti sociali, culturali e politici limitando la forza propulsiva di un Movimento che intende essere soprattutto Movimento di liberazione e di uguaglianza, quindi di espansione della democrazia e della partecipazione e non di semplice autodifesa».
Partendo da questi presupposti, le associazioni partecipanti hanno espresso la «volontà di rincentrare l'attenzione e il focus delle nostre richieste e delle nostre iniziative sulla lotta per l'affermazione dei diritti civili e sociali delle persone lgbtqi, a cominciare dall'identità delle persone trans (e dell’'immagine che i media danno di loro), il matrimonio egualitario, la genitorialità, i diritti dei bambini delle famiglie omogenitoriali, approfondendo gli aspetti legati al lavoro, ai servizi, al welfare, alla salute, all'educazione e alla ricerca». Il tutto anche attraverso «percorsi di approfondimento e di iniziativa politica su questi temi anche attraverso la costruzione di reti e di scambi con altre istanze sociali e civili».
Durante l'incontro si è analizzato anche l'evoluzione del sistema italiano dei Pride, riconoscendo una grande capacità di espansione e radicamento organizzativo; non senza sottolineare come sia mutato il ruolo del sempre più partecipato Pride Nazionale.
Ed è così che l'Assemblea si è fatta promotrice di un Coordinamento nazionale delle associazioni lgbtqi, in grado di mettere in rete le tante realtà del movimento radicate sui territori e che risulti come «un centro permanente di iniziativa politica e sociale per la stesura di una piattaforma ampia e comune del movimento lgbtqi e dei Pride italiani», rilanciando il progetto di un Pride nazionale a Roma nel 2014 caratterizzato da «una forte valenza politica e dal grande impatto mediatico e sociale».
Le associazioni firmatarie del documento sono: Associazione Libellula, Buzz Intercultura, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, DiGay Project, Gaynet Roma, GAYCS Coordinamento nazionale Dipartimento LGBT di Aics, Gayroma.it, I Ken ONLUS Campania, I Mondi Diversi, Leather Club Roma, Lista Lesbica Italiana, Nuova Proposta, Queerlab, Rete Genitori Rainbow, Roma Rainbow Choir, Stonewall Siracusa e UAAR Roma.
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