Torino: aggressione omofoba ai danni del coordinatore nazionale di GayLib


«Un'aggressione omofoba pianificata in ogni particolare. Ho rischiato la vita, solo ora mi sento di raccontare cosa è accaduto». Così Davide Betti, 29 anni e coordinatore nazionale di GayLib, parla di quanto accadutogli nella notte tra il 22 e il 23 ottobre. Oggi il ragazzo è ancora in prognosi riservata presso l'ospedale di Susa e solamente ieri ha saputo che non dovrà essere operato al pancreas a causa delle lesioni subite.
Riguardo ai fatti di due settimane fa, racconta: «Era una sera come tante altre, sono andato a trovare alcuni amici che abitano non troppo distante dalla mia abitazione, poi, attorno alle due, mi sono incamminato per tornare a casa. Più o meno a Porta Susa, la vecchia stazione, due uomini mi hanno avvicinato. Italiani, accento del Sud, sui trent'anni. "Frocio", mi hanno urlato, poi hanno iniziato a picchiarmi. Spintoni, calci, pugni in pieno volto. Poi ancora insulti, sempre legati alla sessualità».
Gli aggressori lo hanno colpito ripetutamente all'addome, prima di allontanarsi lasciandolo a terra. A fatica Davide è riuscito a rialzarsi e a raggiungere il pronto soccorso dell'ospedale Maria Vittoria, dove gli sono state fornite le prime cure. Nella notte, però, il dolore ha continuato a non placarsi, lo hanno portato a presentarsi al pronto soccorso dell'ospedale di Susa, dove i medici hanno deciso di ricoverarlo d'urgenza e di trasferirlo nel reparto di Chirurgia. «Le emorragie interne sono state definite gravi e ancora adesso non so quando potrò essere dimesso», è quanto da lui scritto sul suo profilo Facebook.
I carabinieri stanno ora indagando attraverso alcune segnalazioni dei testimoni e la visione delle immagini registrate dagli impianti di sicurezza installati intorno all'ex stazione ferroviaria.
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