Il divieto alle nozze gay è incostituzionale anche in Michigan (ma il procuratore le ha già bloccate)


Negli Stati Uniti prosegue l'ondata di sentenze che sanciscono l'incostituzionalità dei divieti espliciti alle nozze gay. Questa volta è il giudice federale Bernard Friedman ad aver sancito l'incostituzionalità del divieto alle unioni fra persone dello stesso introdotto per via referendaria dal Michigan nel 2004.
La sentenza è giunta grazie al ricorso presentato da April DeBoer e Jayne Rowse, due infermiere che nel 2012 hanno avviato una causa contro lo Stato sostenendo che non vi fosse alcuna base per imporre quel divieto.
Ed è così che per qualche ora il Michigan è automaticamente divenuto il 18° stato Usa a consentire i matrimoni fra persone dello stesso sesso. Immancabile è giunta la controffensiva lanciata procuratore generale del Michigan, il repubblicano Bill Schuette, secondo il quale: «Nel 2004 i cittadini del Michigan hanno riconosciuto che la diversità [di sesso] nei genitori è la cosa migliore per i bambini e per famiglie perché mamme e papà non sono interscambiabili. Gli elettori del Michigan hanno onorato tale decisione nella nostra costituzione statale e loro dovrebbero alzare la voce affinché sia rispettata. Continuerò a fare il mio dovere per proteggere e difendere la costituzione». Ed è su quella base che i matrimoni gay sono già stati sospesi almeno fino a mercoledì, dato che i sostenitori della messa al bando dei matrimoni gay avranno tempo sino a martedì per presentare ricorso.
Una mossa così prevedibile da aver spinto molte coppie ad affrettare le proprie nozze e a scambiarsi il fatidico «si» a solo 24 ore dal pronunciamento della sentenza. La prima in assoluto è stata quella formata da Glenna DeJong e Marsha Caspar (in foto).
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