Proteste nella Lega per la concessione del patrocinio al Milano Pride: «È una carnevalata»
Forse intenzionati a far leva sull'omofobia per ottenere un ritorno elettorale, all'interno della Lega infuria la polemica dopo che un voto di un loro rappresentante ha permesso che la Regione Lombardia optasse per concedere il patrocinio gratuito al Milano Pride.
«Rispetto l'omosessualità, alla richiesta di diritti io non dico mai di no, a prescindere. Ma, e su questo non cambierò mai idea, il matrimonio si celebra fra un uomo e una donna e i figli si danno in adozione ad un uomo e ad una donna» è stato il commento di Matteo Salvini. Sulla stessa lunghezza d'onda è apparsa anche la consigliera regionale Silvana Santisi Saita, pronta ad affermare: «Condivido totalmente il commento del segretario Federale della Lega Matteo Salvini che ringrazio. A livello personale non condivido e stigmatizzo la scelta fatta, a quanto pare a livello personale da un componente della presidenza, che ha coinvolto la Lega e la Presidenza di una Regione di cui faccio parte. Inoltre non amo le ostentazioni e, meno che mai questo tipo di manifestazioni -un po' carnevalesche- che tolgono dignità a chi le fa e non conquistano il diritto a essere riconosciuti e stimati».
Curioso che a definire «una carnevalata» i Gay Pride siano le stesse persone che annualmente si riuniscono a Pontida indossando corna, mantelli, spade e costumi alla Braveheart... per non parlare di carnevalate ben peggiori, come il soffiarsi il naso con la bandiera europea in diretta televisiva o l'esporre vegetali in Aula al solo scopo di offendere i gay.
Anche il presidente ciellino dell'aula lombarda, Raffaele Cattaneo, ha punta il dito contro la decisione: «La concessione del patrocinio, su cui è tenuto a esprimersi l'Ufficio di presidenza, è vincolata al valore culturale, storico, artistico e popolare dell'iniziativa e, soprattutto, alla valorizzazione delle realtà che operano nelle nostre comunità e al loro legame con il territorio. L'iniziativa "Milano Pride 2014" non risponde certamente a queste caratteristiche. Dispiace che sia stato il vicepresidente Cecchetti, rappresentante leghista, a esprimere il parere decisivo, spaccando la maggioranza e votando con il Pd e M5S, contraddicendo nei fatti la linea di difesa della famiglia tradizionale, tante volte sostenuta a parole dal suo partito».
Di parere diametralmente opposto è il leghista Gianni Fava, assessore regionale all'agricoltura, che su facebook ha commentato: «Personalmente credo che la Lega in Regione abbia fatto bene a non opporsi al patrocinio del Gay Pride a Milano. Saluto l'iniziativa del vice presidente Cecchetti con favore. Non avrei capito il contrario. Per quale motivo avrebbero dovuto impedirlo? Il fatto che qualcuno manifesti per i propri diritti è sinonimo di libertà. Che la si condivida o meno, è una battaglia civile che merita rispetto [...] Mi auguro che sia un passo fondamentale per evitare al mio movimento derive oscurantiste che purtroppo spesso fanno capolino nel dibattito politico interno. Ognuno deve essere libero di professare le proprie idee e di manifestare pacificamente fin che vuole in un paese civile. Chi non condivide è libero di dissentire, ma la repressione non può essere tollerata.».
Tra le tante voci non è mancato poi chi ha gridato allo scandalo, sostenendo che il patrocinio sia uno spreco di soldi pubblici... evidentemente dimenticandosi che il patrocinio gratuito non comporta alcun esborso.