Omofobia in classe: un fenomeno sempre più diffuso ma ignorato dalle istituzioni


L'Espresso è tornato ad occuparsi di omosessualità con un'interessante inchiesta sull'omofobia nelle scuole. Già nel sottotitolo viene evidenziata tutta la drammaticità della situazione: «Nonostante l'allarme per i suicidi -si legge- nelle classi di tutta Italia aumenta l'intolleranza, tra pestaggi e bullismo. Nelle grandi città si concentrano le storie più tragiche, di emarginazione e violenza. Ma le istituzioni non intervengono».
L'articolo di Tommaso Cerno racconta le storie di quotidiana discriminazione di una serie di giovanissimi, notando come spesso il loro dramma sia circondato da un'omertà e una volontà di non far uscire allo scoperto il problema. «Tutto finisce qui» è stato il perentorio ordine di un preside lombardo davanti ad un ragazzo umiliato di fonte alla sua classe per il semplice fatto di essere gay. E poi c'è Andrea che si è trovato i libri imbrattati di frasi oscene, Fabrizio che si è stancato dei cori omofobi alla fermata dell'autobus, Giorgio che viene bersagliato dalle continue insinuazioni di un insegnante...
Il fenomeno ha dimensioni che nessuno conosce perché in Italia non esiste una statistica dei casi di discriminazione nelle scuole. Eppure basta prendere le oltre duemila richieste d'aiuto giunte nell'ultimo anno alla Gay Help Line da parte di minorenni per capire che la dimensione del problema sono davvero preoccupanti e probabilmente molto sottostimate: «A quell'età la paura è spesso più forte della voglia di reagire» fa presente uno dei volontari.
La violenza omofoba nei corridoi, però, non si ferma ai soli ragazzi ed anche alcuni insegnanti gay si sono trovati in difficoltà. Uno di loro racconta che i suoi studenti hanno scoperto il suo orientamento sessuale da Facebook e per lui è iniziato l'inferno: «Da te non ci facciamo insegnare nulla, frocio!», gli hanno urlato. E poi sono arrivate anche scritte sulla lavagna e cori in classe... il tutto con il supporto dai genitori dei ragazzi, sempre pronti a schierarsi dalla parte dei figli davanti a quegli episodi di omofobia.
E intanto lo stato non fa nulla. Anzi, chi ha la responsabilità di quei ragazzi è arrivato a vantarsi pubblicamente di aver bloccato qualsiasi iniziativa volta a combattere l'omofobia nelle scuole...
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