Usa: genitori uccidono il figlio dopo mesi di tortura. Lo chiamavano «gay» in segno di disprezzo


Los Angeles, Stati Uniti. Gabriel Fernandez aveva solo otto anni quando è stato ucciso dalla madre Pearl e dal suo compagno Isauro Aguirre, rispettivamente di 30 e 34 anni.
Negli ultimi otto mesi di vita il piccolo è stato sottoposto a torture inimmaginabili: in un sol giorno era stato coperto di spray al pepe, costretto a mangiare il proprio vomito e rinchiuso in un armadio con un calzino in bocca per soffocare le sue grida. Ma la ricostruzione delle torture subite non si ferma qui: i genitori lo chiamavano «gay», non gli permettevano di andare in bagno, lo costringevano a mangiare feci di gatto o spinaci andati a male e veniva picchiato con la fibbia della cintura o con spranghe di metallo. Un giorno la madre gli ha fece addirittura saltare i denti colpendolo sulla bocca con una mazza sulla bocca.
La scuola e i servizi sociali inviarono segnalazioni di presunti abusi, ma durante i controlli gli ispettori non trovarono nulla di strano e i suoi fratelli testimoniavano il falso sotto la minancia di ricevere un trattamento simile.
Il 22 maggio 2013 Gabriel non sistemò i suoi giocattoli e bastò questo a scatenare la furia di Pearl e Isauro. «Abbiamo sentito le urla. Poi un tonfo. Infine il silenzio» ha raccontato il fratello tredicenne. Alla polizia raccontarono che il bambino aveva sbattuto la testa, ma in ospedale i dottori rilevarono una frattura del cranio, varie costole rotte, bruciature di sigarette e lividi su tutto il corpo (anche sulle caviglie, segno che il bambino era stato legato). Gabriel morì due giorni dopo.
Quanto rilevato dai medici portò all'apertura di un'inchiesta che oggi rivela tutti quegli agghiaccianti retroscena. I genitori si sono dichiarati non colpevoli ma su di loro pende l'accusa di omicidio e tortura.

Via: Il Messaggero
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