La fine della messa al bando dei gay dalla donazione del sangue salverebbe oltre un milione di vite all'anno


L'omofobia ha un costo, anche se chi la fomenta è solito lasciare che siano altri a pagarne il conto. Ed è così che uno studio ha dimostrato come la fine della messa al bando dei gay della donazione di sangue negli Stati Uniti potrebbe portare a salvare più di un milione di vite.
Attualmente negli States sono ancora in vigore delle norme create negli anni '80 che stabiliscono come tutti gli uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini debbano essere esclusi a vita dalla possibilità di donare sangue, quasi fosse l'orientamento sessuale e non la condotta sessuale a determinare i rochi per la salute. Secondo la legge, infatti, bisogne preferire il sangue di un eterosessuale che va a prostitute a quello di un omosessuale che ha un rapporta stabile con un solo partner.
L'Istituto Williams della University of California di Los Angeles non ha dubbi sul fatto che la fine del divieto, richiesto a più volte dai democratici del Paese, potrebbe avere enormi benefici a lungo termine per gli Stati Uniti. Persino nel caso in cui la discriminazione non venisse abbattuta del tutto e si scegliesse di escludere gli uomini che hanno avuto sesso con altri uomini nell'ultimo anno, i donatori aumenterebbero di 185.800 unità con ben 317.000 litri di sangue donati ogni anno. Nel caso di un abbattimento totale del divieto, altri 360.600 uomini potrebbero donare ulteriori 615.300 litri di sangue all'anno.
Secondo il ricercatore Ayako Miyashita, «le nostre stime suggeriscono che l'abolizione del divieto di donazione di sangue tra CSM potrebbe essere aiutare a salvare le vite di più di 1,8 milioni di persone».
Ma per qualcuno la morte di quell'1,8 milioni di persone è un prezzo accettabile per tenere una vita una discriminazione che pare voler solo alimentare pregiudizi verso i gay.
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