La polizia egiziana ha iniziato ad utilizzare Grindr per cercare di localizzare ed identificare i gay


In Egitto l'omosessualità non è reato ma, con frequenza sempre crescente, le autorità continuano a perpetrare arresti sulla base di una generica norma contro «la dissolutezza e l'immoralità». Le pene previste vanno da semplici multe sino a 17 anni di carcere (in alcuni casi anche con la condanna ai lavori forzati).
L'ultimo allarme lanciato dalla comunità lgbt locale vedrebbe le autorità egiziane impegnate ad utilizzare applicazioni come Grindr al fine di localizzare i gay che vivono nel paese.
Un testimone interpellato da France 24 dice: «Nel clima attuale non ho più il coraggio di utilizzare applicazioni che mi permettano di incontrare qualcuno. Agenti di polizia in borghese utilizzano quelle applicazioni per dare appuntamenti ai gay nei caffè. È una trappola». Un'altra fonte anonima aggiunge: «Negli ultimi mesi ci sono stati numerosi arresti legati a queste applicazioni. Stanno usando la tecnologia per scovare la nostra posizione».
La tesi viene stata avvalorata anche dal sito internet Gay Egypt, il quale ha dato ampio spazio a numerosi appelli per invitare la comunità gay locale a non utilizzare applicazioni e siti di incontro.
Dall'ottobre 2013 si stima che circa 77 persone lgbt siano state arrestate dalla polizia egiziana per aver frequentato luoghi di ritrovo o feste gay. Dal canto suo Grindr ha recentemente disabilitato l'utilizzo dei dati di geolocalizzazione in alcuni Paesi, tra cui l'Egitto, proprio per evitare che gli utenti possano essere localizzati e perseguitati sulla base del loro orientamento sessuale.
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