Slovacchia: raccolte le firme necessarie per indire i referendum anti-gay


L'annuncio arriva direttamente dall'associazione Alleanza per la famiglia (AZR), che afferma di essere riuscita a raccogliere un numero sufficiente di firme per indire una serie referendum «a tutela delle famiglie e del matrimonio».
«Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e sono onorato che l'AZR, come la prima iniziativa civica nella storia della Slovacchia, sia riuscita a raccogliere le firme necessarie per indire il referendum», ha dichiarato Anton Chromik, portavoce per l'AZR. L'associazione, nata in occasione della Marcia per la Vita 2013, raccoglie sotto di sé una serie i organizzazioni pro-famiglia e pro-vita.
La loro petizione è stata lanciata il 5 aprile scorso, ossia prima che il parlamento adottasse una revisione costituzionale volta a definire il matrimonio come «un legame unico tra un uomo e una donna» ed ad impegnare la repubblica a «proteggere accuratamente il matrimonio e perseguire il suo bene». Secondo l'AZR, però, tali modifiche costituzionali non sarebbero sufficienti per il raggiungimento dei loro scopi.
Fra i quesiti referendari proposti, infatti, vengono chiesti espliciti divieti all'adozione da parte di coppie gay (o anche solo all'affidamento), si suggeriscono strategie educative eterosessualiste nella scuole, divieti ad ogni riconoscimento legale e giuridico per le coppie omosessuali e la definizione di privilegi espressamente riservati alle sole coppie eterosessuali.
L'opposizione al governo ha più volte sollevato dubbi di costituzionalità in merito ai quesiti proposti, sottolineando come siano ad attaccare un preciso gruppo di cittadini. Ora la parola definitiva spetterà al presidente Andrej Kiska: la legge slovacca prevede che sia tenuto ad annunciare i referendum entro 30 giorni dal ricevimento della petizione, indicendoli entro tre mesi da tale annuncio. Tuttavia il termine dei 30 giorni può essere prolungato qualora il presidente nutra dubbi sulla costituzionalità dei quesiti e scelga di rivolgersi alla Corte Costituzionale, in tal caso il termine viene sospeso sino alla pronuncia della sentenza.
La legge slovacca prevede anche che i referendum popolari non possano riguardare il bilancio, le tasse o su questioni legate ai diritti e alle libertà fondamentali. Se l'AZR sostiene che i suoi avvocati non abbiano dubbi riguardo alla costituzionalità dei quesiti proposti, altri sottolineano come potrebbero interferire con i diritti fondamentali e con il diritto alla privacy e alla vita familiare delle persone lgbt.
Pare che Kiska non abbia ancora le idee chiare sul da farsi ed il suo portavoce si è già affrettato a dichiarare che «agirà nell'ambito delle sue competenze e in osservanza della legge». Qualora i quesiti dovessero passare, il referendum potrebbe tenersi già a novembre.
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