Angelino Alfano si pronuncia contro la trascrizione delle nozze gay: «Spetta al parlamento decidere»


«Nessuna azione, nessuna attività, nessuna decisione, nessuna direttiva dei sindaci, in materia di stato civile, può prescindere dal quadro normativo vigente nel nostro paese. Spetta al parlamento, nell'esercizio della sua discrezionalità politica, individuare le giuste forme di garanzia e di riconoscimento per tali unioni». È con queste parole che Angelino Alfano ha risposto in qualità di Ministro degli Interni all'interrogazione parlamentare degli onorevoli Gigli, Sberna e Dellai, sulla questione del divieto alla trascrizione dei matrimoni gay celebrati all'estero richiesto dal prefetto di Bologna.
Le sue parole hanno immediatamente ricevuto il plauso di Avvenire che, dalle proprie pagine, si lancia nel sostenere come l'applicazione dei trattati europei da parte dei sindaci non sarebbero altro che «interpretazioni fantasiose emerse negli ultimi mesi». Ed in fondo è Alfano a sottolineare come le richieste che giungono dalla popolazione debbano essere ignorate nel nome di un parlamento elettro attraverso modalità politiche che la Corte Costituzionale ha già giudicato illegittime, sottolineando come «il sindaco, in questa materia, che rientra nella competenza esclusiva dello Stato, non agisce in via autonoma, ma opera nella veste di ufficiale di governo e, proprio per questo, deve attenersi alle direttive del Ministero dell'Interno». Ossia a quelle del leader di uno dei gruppi parlamentari più omofobi d'Italia.
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