La scuola che impone i crocefissi ma che non combatte l'omofobia per rispetto agli omofobi


Il nuovo preside del liceo artistico Munari di Crema non ha perso tempo: assegnato alla guida dell'istituto, come primo atto ha deciso di appendere dei crocefissi in ogni aula della scuola.
«Li ho fatti appendere nelle aule», racconta sulle pagine de Il Giorno «Appendere il crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche è un obbligo di legge. Mi dispiace che nessuno, neppure il personale docente, si sia accorto per dieci anni, di questa mancanza. Io l'ho notata subito e, ripeto, per obbligo di legge mi sono adeguato».
Peccato che non esista alcuna legge simile. Le uniche normative esistenti sono riferibili a due regi decreti mai abrogati del 1924 e 1928, i quali imponevano alle scuole elementari e medie l'affissione del crocefisso al fianco del ritratto del re. Nessuna indicazione veniva fornita riguardo alle scuole materne, alle superiori e alle università.
Ma non solo. Se il Consiglio di Stato si è pronunciato a favore della presenza del crocifisso nelle aule scolastiche con pareri forniti nel 1988 e nel 2006, il 3 novembre 2009 la Corte europea per i diritti dell'uomo ha condannato in primo grado l'Italia ritenendo che la presenza di quel simbolo cattolico fosse «una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e del diritto degli alunni alla libertà di religione».
Domani in cento piazze italiane le Sentinelle in piedi torneranno a rivendicare un presunto diritto alla libertà di educazione dei propri figli (da loro inteso come un presunto diritto all'educazione omofoba) in nome di quella stessa libertà di religione. C'è da chiedersi se ne approfitteranno per rivendicare anche i diritti di chi non la pensa come loro o se preferiranno tacere e sostenere che l'imposizione di una religione sia lecita al contrario della la lotta alla violenza omofobica. Certo è che una libertà che vale solo a senso unico rischierebbe di sottolineare come a muoverli sia solo un'ideologia repressiva e non certo la difesa di una presunta libertà religiosa ed educativa. E questo senza entrare nel merito di come un cristiano non abbia bisogno di un crocefisso per poter manifestare la sua fede, ma un gay ha bisogno di poter essere sé stesso per poter vivere dignitosamente.
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