Renzi va dalla D'Urso e cambia la data: «Unioni alla tedesca a gennaio»


Non sarà più a fine mese ma a gennaio. Matteo Renzi cambia ancora una volta i tempi previsti per la legge sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso e, ancora una volta, la sede scelta per l'annuncio non è istituzionale ma il salotto domenicale di Barbara d'Urso.
«La legge alla tedesca è un buon punto di mediazione -ha dichiarato il presidente del Consiglio- e consente di dare alle persone dello stesso sesso i diritti civili. I tempi? Subito dopo la riforma elettorale, che è leggermente slittata ma ragionevolmente andrà entro l'anno, la proposta già pronta comincerà l'esame dal Senato». Renzi ha anche sottolineato come la norma si baserà sull'intermediazione con Alfano: «A noi servono regole serie -ha aggiunto- c'è chi vorrebbe l'equiparazione pura con il matrimonio, altri che dicono "non toccate niente" arrivando all'aberrazione che uno non possa andare a trovare il compagno in ospedale [...] Faccio un appello, capisco le opinioni diverse ma su questo tema evitiamo di aprire l'ennesima polemica ideologica. La proposta alla tedesca è un giusto punto di sintesi».
Insomma, una legge vecchia di anno (la Eingetragene Lebenspartnerschaft venne approvata il 16 febbraio 2001) e che nulla aggiunge ai Dico proposti nel 2007 dal Governo Prodi è il massimo a cui l'Italia può aspirare. Perché il mondo va avanti e il Bel Paese è fermo, intenzionato a fare il minimo sindacale. Inutile a dirsi, la storia viene scritta da chi ha compito scelte di rottura con il passato e ha dimostrato con i fatti l'infondatezza delle parure (negli States il consenso popolari ai matrimoni gay è cresciuto dopo la loro approvazione, una volta dimostrato che certi anatemi sulle conseguenze non erano fondati), non certo da chi guarda nel passato per accontentare e assecondare chi difende posizioni medievali.
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